Salvati dall’obbligo di rettifica i blog, le nuove regole riguarderebbero però anche le testate giornalistiche online. Creando tra l’altro due categorie di giornali: i blog e tutti gli altri, dando ai primi licenza di insultare e diffamare.
Vero che non c’è più il carcere, ma la rettifica obbligatoria intaserà i giornali di carta e toglierà ogni possibilità di distinzione fra rettifiche fondate e chi approfitta della legge sulla privacy e del diritto all’oblio per mandare i propri avvocati a battere cassa a tutte le testate, siano essi grandi quotidiani come piccoli siti:
“Tra le novità introdotte, l’obbligo di rettifica anche per i siti giornalistici on line registrati in base all’articolo 5 della legge sulla stampa. La rettifica, per tutte le testate (quindi anche quelle cartacee), dovrà avvenire entro 48 ore e “senza commento”. La rettifica tempestiva e completa, dopo una valutazione del magistrato, eviterà anche le sanzioni pecuniarie.
E’ stato inoltre sciolto in Commissione giustizia alla Camera, grazie a un accordo maggioranza-governo, il nodo dei siti internet per quanto riguarda le norme sulla diffamazione a mezzo stampa. L’obbligo di rettifica, e le sanzioni in caso di pubblicazione di notizie diffamatorie, varranno solo per i siti on line giornalistici: ossia, le testate web registrate e con un direttore responsabile. Salvi quindi i blog.
Su proposta dei relatori Enrico Costa (Pdl) eWalter Verini (Pd), e con il parere favorevole del governo, è stata infatti approvata una riformulazione agli emendamenti Chiarelli (Pdl) eFerranti (Pd) che proponevano di estendere le norme della legge sulla stampa del 1948 anche ai siti internet. Una proposta che prevedeva l’arresto in caso di mancato pagamento della multa per diffamazione e la chiusura dei siti Internet, blog compresi. M5s ha votato contro. Sel si è astenuta, mentre hanno votato a favore Pd, Pdl, Scelta civica e Lega“.
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