La Corte Europea dei diritti umani riconosce il risarcimento per ingiusta detenzione al direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti. I fatti risalgono al 2012 quando il giornalista venne condannato e gli venne notificato l’ordine di detenzione domiciliare nel novembre dello stesso anno.
A distanza di quasi sette anni, la pronuncia della Cedu che richiama la politica alle sue responsabilità. Prima fra tutte, quella di non aver mai messo mano a una seria e autentica riforma della normativa relativa alla diffamazione a mezzo stampa, che risale ai tempi del Fascismo e che mai nessuno – nonostante le belle parole – ha mai voluto riformare.
Alla notizia esulta anche la Federazione Nazionale della Stampa che in una nota afferma: “Il risarcimento che la Corte ha riconosciuto ad Alessandro Sallusti per essere stato condannato ad una pena detentiva rappresenta un atto di messa in mora del Parlamento e del governo italiani che continuano ad ignorare tutte le proposte di legge tese a depenalizzare la diffamazione e a contrastare le querele bavaglio, ormai diventate la forma più diffusa di minaccia ai cronisti e alla libertà di stampa. Cancellare il carcere non significa, infatti, riconoscere ai giornalisti una sorta di impunità. La diffamazione va sanzionata, ma il carcere, come nel caso di Sallusti, è incompatibile con la libertà di espressione e con l’articolo 21 della Costituzione”.