La situazione economica nazionale ed estera e la conseguente manovra Monti hanno tenuto alta l’attenzione dei lettori in cerca di informazioni, regalando ad alcune testate dei segni più o, quanto meno, dei pareggi.
Il principale quotidiano nazionale rimane il Corriere della Sera, con 465.032 copie e lo 0,1% su dicembre 2010 (464.361 copie).
Se però si conteggiano le digital edition, quantificate in 38.000 e quasi triplicate rispetto alle 14.000 dello scorso anno, il risultato è di 503.032 (+5,1%).
Guadagna 14.112 copie il secondo quotidiano nazionale La Repubblica, che balza da 415.779 copie del 2010 alle 429.891 nel 2011, totalizzando +3,3%.
Si attesta anche questo mese sopra le 300 mila copie il Sole 24 Ore, che ha diffuso 306.175 copie rispetto alle 275.850 del dicembre 2010 (+11%), migliorando ulteriormente il trend positivo, confermato anche dal dato che le diffusioni del comparto edicola a dicembre 2011 registrano un incremento del 38,8% rispetto a marzo 2011, ulteriore segno che la gestione del nuovo direttore Roberto Napoletano sta dando grandi risultati.
La Stampa,ha diffuso 262.200 copie, mentre erano state 259.300 nel dicembre 2010 (+1,1%). Segno più anche per il Messaggero, che totalizza 176.100 copie, 2.650 in più rispetto al 2010 con 173.450 copie (+1,5%).
Per Avvenire, il dato di dicembre conferma la crescita di consensi che il quotidiano della Cei registra da tempo e che costituisce una costante nel panorama editoriale italiano. Con 25 giorni di uscita nel 2011 le copie diffuse sono state 107.369 (+0,7% sulle 106.847 del 2010, sempre con 25 giorni di uscita).
Andando ai segni meno, il calo più significativo è quello de La Gazzetta dello Sport, che scende a -10,8%, passando dalle 285.088 copie diffuse nel 2010 alle 254.224 (-30.864 copie).
Aggiungendo le digital edition (che sono 19.000 rispetto alle 4.000 del 2010) il quotidiano sportivo ‘risale’ al -5,5% (totale 2011 di 273.224 copie, totale 2010 di 289.088).
Calo, anche se più leggero, per QN, con 309.144 copie diffuse, pari a -1,6% rispetto a dicembre 2010 (314.391). Nonostante il ritorno di Vittorio Feltri, Il Giornale perde 7.749 copie e il 4,6% (159.548 nel 2011, 167.297 nel 2010).
Anche l’altro quotidiano del centro-destra Libero perde 6.776 copie e passa dalle 108.586 del 2010 alle 101.810 di dicembre 2011 (-6,2%): un calo ‘fisiologico’ che si è manifestato negli ultimi mesi proprio dopo l’uscita di Feltri, ma che rispetta il must che si è dato il quotidiano: non scendere sotto le centomila copie.