Il Movimento Cinque Stelle torna ad attaccare Radio Radicale e lo fa tirando in ballo le vittime del terremoto. Le dichiarazioni del capo politico del M5S, Luigi Di Maio, hanno sollevato un polverone di reazioni praticamente in tutti gli ambienti politici italiani, dalla maggioranza fino all’opposizione, dal Pd alla Lega.
Nel commentare la scelta di conferire otto milioni di euro affinché sopravviva uno dei tesori della comunicazione e della storia recente del nostro Paese, Di Maio ha dichiarato – apertis verbis – che avrebbe preferito dare quel denaro ai terremotati. Contestualmente, sui profili istituzionali del Movimento, è partito un “sondaggio” che chiede ai cittadini a chi darebbero loro i soldi in questione.
Una scelta strategica che parla direttamente alla pancia della base grillina, delusa e sfibrata dalle ultimissime capovolte politiche e dai recentissimi tonfi. Una sorta di ritorno alle origini per far dimenticare i passi falsi che, vedi l’Umbria, hanno portato il M5S a livelli di consenso bassissimo rispetto a quelli ottenuti appena un paio di anni fa.
Ma il paragone tra i due temi non ha lasciato indifferente la politica. Il dem Roberto Rampi ha parlato di dichiarazioni “vergognose”, gli ha fatto eco Alessia Morani che ha chiesto di “tenere fuori i terremotati da polemiche politiche”. Dall’altro lato del Parlamento, è direttamente Salvini a prendere posizione a difesa di Radio Radicale: “Non invidio Conte, Zingaretti e Renzi. Noi siamo a favore di tutte le voci libere”. Un appello alla misuratezza arriva dal deputato di Fdi Federico Mollicone: “Di Maio strumentalizza i terremotati come oggetto di scambio per Radio Radicale. Non mischiamo i piani della resposabilità”.