Si riapre il fronte dello scontro tra il governo, il Movimento Cinque Stelle e il mondo dell’informazione. Un video del ministro allo Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, ha causato – in questo fine settimana – un autentico scontro.
Nel breve filmato affidato alle piattaforme social, nel commentare e polemizzare con la stampa italiana, Di Maio ha detto che se c’è crisi nell’editoria italiana e se questa arriva a mordere persino un gigante come il Gruppo Gedi (che in questi giorni fa registrare un braccio di ferro relativo al futuro del sito legato al settimanale L’Espresso), ciò accade perché i giornalisti, anziché raccontare la realtà preferiscono arbitrariamente conformarla alle loro visioni delle cose.
“Per fortuna – dice nel video Di Maio – ci siamo vaccinati anni fa dalle bufale e dalle fake news dei giornali. E si stanno vaccinando tanti altri cittadini tant’è vero che stanno morendo parecchi giornali tra cui quelli del gruppo l’Espresso che, mi dispiace per i lavoratori, stanno addirittura avviando processi di esuberi al loro interno perché nessuno li legge più in quanto giorno passano il tempo ad alterare la realtà e non a raccontare la realtà”.
A Di Maio, in un furibondo comunicato, ha replicato il cdr di Repubblica: “Ancora un volta il vicepremier Luigi Di Maio non perde occasione per mostrare a tutti gli italiani la sua cultura. Di Maio non solo ignora che il Gruppo Espresso non esiste più da due anni, dal momento che è confluito nel più articolato Gruppo Gedi, che è leader in Italia nell’informazione quotidiana e multimediale. Ma dimostra per l’ennesima volta di non conoscere la differenza tra bufale e notizie, evidentemente perché espertissimo della prima fattispecie e allergico alla seconda. Nella sua dichiarazione Di Maio parla inoltre senza cognizione di causa, ed è grave essendo lui anche ministro del Lavoro, di ‘processi di esuberi’ e di ‘giornali che stanno morendo’: tradendo così una sua speranza recondita. Ma può mettersi l’anima in pace: Repubblica, L’Espresso e le altre testate del gruppo Gedi non moriranno e, Costituzione alla mano, continueranno a fare quello per cui sono in testa alle classifiche della diffusione digitale e cartacea nel nostro Paese: raccontare la verità, soprattutto quando è scomoda per il potente di turno”.
Feroce la replica a Di Maio di Mario Calabresi che s’affida a Twitter: “Alla fine della giornata resta la domanda: qual è il problema di Di Maio? Repubblica è la testata con più lettori in Italia ma non si è messa ad applaudire sotto il balcone. Se ne faccia una ragione e provi a governare, se ne è capace. Noi siamo solidi e sereni. Buonanotte”.