“Salvo rari e meritevoli casi, i principali gruppi editoriali italiani sono gruppi padronali che appartengono ad editori impuri i cui principali interessi economici e finanziari sono estranei all’Editoria. Ed un tale accentramento deve essere proibito per legge”. Lo ha scritto sui social Alessandro Di Battista
Di Battista ha aggiunto: “Qual è la differenza tra il gruppo Elkann del 2020 ed il gruppo Berlusconi degli anni ’90? E’ vero, Berlusconi aveva le televisioni (in regime di concessione pubblica e questo è sicuramente un aggravante). Ma oggi ci sono gli smartphone. Provate a sommare i follower sui social network di tutti i prodotti editoriali che fanno capo agli Elkann. Sono oltre 13 milioni. Anche molti di voi, magari senza saperlo, avete messo un like ad una pagina che di fatto appartiene alla Exor, un gruppo finanziario con sede ad Amsterdam che sa trasformare un gruppo editoriale in un gruppo di potere. Esattamente quel che fece Berlusconi”.
Per Di Battista, dunque, “il berlusconismo ha vinto perché si è moltiplicato. La vittoria del berlusconismo si e’ consumata nei silenzi di chi un tempo si indignava per la Fininvest ma che adesso abbassa la testa davanti agli Elkann. La vittoria del berlusconismo si è consumata nella progressiva narcosi della pubblica opinione ad opera di un unico grande giornalone che vede nella monumentale concentrazione mediatica la sua ragion d’essere”.
Quindi ha concluso: “Il berlusconismo ha vinto con la sindrome di Arcore (cit. Giovanni Valentini, ex-direttore dell’Espresso) che ha colpito via via le vittime della mala-informazione convincendole ad innamorarsi dei sicari della libertà di stampa come succede ad alcuni prigionieri con i propri carcerieri”.