Francesco de Vito Piscicelli riassume così al Fatto la molla che lo ha spinto a collaborare con la Procura di Roma: “Quelli che andavano in vacanza gratis o che ho pagato sono tutti ai loro posti al ministero e alla presidenza del consiglio. Io che lavoravo e pagavo per non avere rotture, sono trattato come se fossi il mostro. Mi braccano le troupe di Mediaset perché atterro sulla spiaggia per il vento? Ora mi incazzo e racconto tutto”.
I pm romani hanno fatto il punto con i Carabinieri del Ros. Piscicelli sarà risentito. Gli indagati sono cinque e tra questi ci sono il commissario dei mondiali di nuoto Claudio Rinaldi e il magistrato contabile Antonello Colosimo. Gli altri tre sono funzionari che hanno avuto un ruolo nel controllare i cantieri dei mondiali del nuoto. Piscicelli ha accetatto di parlare con il Fatto e finalmente fa nomi e cifre: “Ho pagato un milione di euro in contanti complessivamente ai funzionari più tanti favori e incarichi di lavoro. Mi hanno spennato come un pollo, capito? Altro che mostro. E ora mi minacciano anche”.
DOMANDA: Piscicelli chi la minaccia?
RISPOSTA: Ho appena finito una lunga seduta per una denuncia con i carabinieri della caserma di Orbetello. Stamattina (ieri Ndr) sono uscito dal cancello della mia villa all’Argentario e ho trovato ad aspettarmi tre persone, tutte con la pistola che si vedeva sotto il maglione. Mi hanno minacciato pesantemente. È la seconda volta che succede. La prima volta era stato a piazza di Spagna, all’uscita da un ristorante. Ero da solo e anche allora ho denunciato tutto ai magistrati. Quel giorno mi hanno detto: ‘stia attento a quello che fa’. Non sembravano delinquenti comuni ma persone di un certo livello. Non vogliono che parli con i pm.
D: Piscicelli perché all’improvviso ha deciso di collaborare?
R: A luglio mi sono presentato spontaneamente ai pm perché non sopportavo più questa situazione. Mi trattano come se fossi colpevole di chissà cosa. Solo per una telefonata maledetta nella quale mio cognato dice quella battuta da c…, sui terremotati scusi il termine e io non lo contraddico perché ero stanco nella notte. Ma io non ho mai lavorato a L’Aquila.
D:
A dire il vero gli investigatori sostengono che era proprio lei a parlare. Comunque la sua immagine è rimasta inchiodata a quella telefonata. Ad altri è andata meglio. Carlo Malinconico, che ha fatto le vacanze a spese sue, è sottosegretario.
R: Io non ho nulla contro Malinconico. Non ho mai lavorato con lui ma l’ho conosciuto e lo considero una bella persona. Ma le pare possibile che a mi fanno fuori da tutto, mi mettono in carcere e mi trattano come un mostro mentre lui invece è diventato sottosegretario alla presidenza del consiglio?
A me sospendono la licenza di volo solo perché mi chiamo Piscicelli e non certo per l’atterraggio sulla spiaggia in pieno inverno con il vento forte, mentre a lui nessuno dice nulla. Ma si è accorto che ieri non c’era traccia in nessun articolo del nome di Malinconico mentre io, pure se collaboro con la Procura, sono sempre il mostro? Non sarà che c’entra il fatto che lui era presidente della federazione degli editori dei giornali e ora è alla Presidenza del consiglio?
D:
Allora ce la racconti finalmente questa storia delle vacanze di Malinconico a Porto Ercole
R: Dunque un giorno mi chiama Angelo Balducci e mi invita a prendere un aperitivo nel centro di Roma. Io vado e lui mi dice: ‘Francesco mi devi prenotare due vacanze. La prima a Capri per due amici francesi, che però pagano loro e non ti devi preoccupare di altro che di prenotare. La seconda, invece all’hotel Pellicano di Porto Ercole, l’ospite è Carlo Malinconico, però in questo caso ti prego di anticipare tu la somma’.
D: Piscicelli ma lei è un ingegnere o un agente di viaggio? E poi che vuol dire anticipa tu?
R: Angelo Balducci era potentissimo allora. Sapeva che conoscevo bene Roberto Sciò, il padrone dell’hotel Pellicano e non potevo dire di no. Gli feci solo presente che una camera al Pellicano costa 1500 euro a notte. Così anticipai i soldi e ancora oggi aspetto che Balducci me li restituisca.
D: I Carabinieri del Ros di Firenze hanno accertato che lei ha pagato 9 mila e 800 euro, come da fattura alla sua società. Ma sostengono che lei avrebbe pagato ancora altre volte. Insomma quell’aperitivo con Balducci quanto le è costato?
R: Sì è vero, un’altra volta Diego Anemone mi chiese di prenotare di nuovo pagando ma non mi sono fatto fregare e ho chiesto a Diego di anticiparmi i soldi. Ho pagato in contanti sì ma con i soldi suoi.
D: Ha chiesto i soldi indietro a Malinconico o a Balducci?
Ma scherza? Malinconico non mi aveva chiesto nulla. Quanto a Balducci, non è elegante fare una cosa del genere. In certi ambienti non si usa. Certamente speravo che Balducci me li restituisse ma non avrei mai osato chiederli. Mi costituirò parte civile nel processo e me li ridarà.
D:
A chi ha dato i soldi?
R: Questo lo deve chiedere ai magistrati. Io noto che i funzionari che lavoravano con me sono ancora tutti lì. Per esempio Paolo Zini che dirigeva i lavori o il commissario Claudio Rinaldi. Un magistrato mi ha chiesto di mettergli a disposizione il mio autista per un anno. Il coordinatore per la sicurezza, Pierpaolo Gandola, voleva uno stipendio in nero di 2 mila e 500 euro al mese. Ma l’ho pagato un mese solo e poi ho detto basta.
Poi ho dato un incarico di progettazione spendendo 700 mila euro a un team all’interno del quale c’era il figlio della dottoressa Natalia Muzzatti, Fabio Frasca, perché era una funzionaria importante del ministero e mi chiese Angelo Balducci, tramite l’ingegnere Bentivoglio di aiutare il figlio.
Dichiarazioni tutte da verificare. Il magistrato contabile Antonello Colosimo che però ieri ha dichiarato “sono completamente estraneo”. Mentre Fabio Frasca replica: “Facevo parte di un team con altri due progettisti e mi occupavo della parte strutturale per tutte le gare a cui ha partecipato Piscicelli per i mondiali di nuoto, il compenso stabilito era di 80 mila euro”.
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