Carlo De Benedetti si prenota per mettere le mani sulle frequenze tv di Ti Media con i soldi di Silvio Berlusconi. Ieri Telecom Italia Media e L’Espresso hanno siglato un accordo non vincolante per integrare le rispettive società delle reti. Mettendo insieme i tre multiplex di Ti Media con i due de L’Espresso (che fanno capo a Rete A) si ottiene, così, un operatore di rete con 5 «Mux», gli stessi a disposizione di Mediaset e Rai. Il Mux permette di trasmettere su una stessa frequenza fino a 5 canali televisivi. E, dunque, su cinque Mux possono essere trasmessi almeno 25 canali tv. Per questo la società risultante da Ti Media e L’Espresso è un operatore di rete pronto per divenire una tv a tutti gli effetti se dovesse cambiare il quadro regolamentare. Consentendo magari a qualcuno, a esempio alla News Corp di Rupert Murdoch, che già controlla Sky Italia, di entrare nel mercato della tv digitale in chiaro. L’ipotesi non è dietro l’angolo, ma è certo che la trattativa tra Ti Media e il Gruppo L’Espresso, sempre negata, era nell’aria da tempo. Del resto, anche L’Espresso era dato tra i possibili partecipanti alla gara per La7, l’emittente televisiva di Telecom Italia passata, poi, a Urbano Cairo. Fatto sta che le frequenze di Ti Media, fino a pochi mesi fa, erano tutt’uno con La7. Tanto che il fondo Clessidra, di Claudio Sposito, aveva fatto un’offerta, per tutto il pacchetto, che pur essendo migliore dal punto di vista economico di quella di Cairo, fu rifiutata a causa dell’opposizione di alcuni membri del cda di Telecom. Il motivo era proprio la cessione delle frequenze televisive e delle relative torri di tramissione. Eppure Sposito aveva messo sul piatto 450 milioni, valorizzando dunque al massimo le reti trasmissive di Ti Media. Peccato che il cda di Telecom non volesse mollare le frequenze, sopratutto a Sposito. Meglio il gruppo L’Espresso, dunque. Che ha già in cassa anche i soldi per l’operazione in quanto Cir, la società di Carlo De Benedetti, che controlla il gruppo editoriale e anche Rete A, ha appena riscosso i 494 milioni assegnati dai giudici (e pagati da Fininvest) per la vicenda del Lodo Mondadori. E anche se la nota di ieri recita che le reti tv vanno sotto il controllo di Ti Media, il dubbio di una rapida cessione a L’Espresso, resta. Anche perché Telefonica, che ha appena preso il controllo di Telecom, dovrà vendere alcune partecipazioni pure per cercare di raddrizzare la pesante posizione debitoria che può portare Telecom al declassamento del debito a «Junk» da parte delle agenzie di rating entro novembre. A quel punto L’Espresso si troverebbe in pole position per l’acquisto. Attualmente, i due Mux di Rete A trasmettono i canali dell’Espresso (DeeJay Tv e LaEffe, in collaborazione con Feltrinelli) e le radio del gruppo. Ma c’è anche Cielo (il canale in chiaro di Sky) e Focus. Ben più ricco il pacchetto trasmesso dai Mux di Ti Media. Oltre ai canali di La7 e Mtv vengono trasmessi anche i canali del gruppo Usa Discovery (come Real Time, Giallo e K2), quelli di Sportitalia e di De Agostini. Inoltre, Ti Media trasmette anche alcuni canali del gruppo Mediaset come Italia 2 e Mediaset Extra. Quanto all’operazione, Ti Media ribadisce, nel comunicato, che porterà risparmi e sinergie per entrambi i gruppi. Si sa anche che consigli di amministrazione dei due gruppi hanno «condiviso i contenuti dell’accordo preliminare approvando la prosecuzione del negoziato per la definizione di un accordo definitivo, da sottoporre a tempo debito all’approvazione consiliare».
Fonte parz: www.ilgiornale.it