La Commissione Giustizia del Senato ha approvato il testo base sulla riforma del Ddl Diffamazione: scompaiono i punti più controversi del decreto; modificati i tetti massimi delle sanzioni pecuniarie in caso di diffamazione; salve le pubblicazioni online dei siti internet non espressioni di testate cartacee (blogger) e le pubblicazioni non periodiche (libri).
Scompaiono dunque dal testo le tanto contestate disposizioni che avrebbero dovuto riguardare i blog, che non vengono così equiparati alle tradizionali pubblicazioni giornalistiche.
Il nuovo testo del Ddl sulla diffamazione a mezzo stampa e telematica si compone di due articoli, che modificano l’articolo 8 della Legge sulla Stampa (risalente al 1948).
I nuovi articoli del disegno di legge, sottoposti a numerose riscritture nel tentativo di trovare un accordo tra le parti, vedono anche l’eliminazione della pena detentiva per i giornalisti che viene però sostituita da cauzioni pecuniarie variabili in base alla gravità dell’offesa e alla diffusione (fino a 50mila euro).
Rettifiche
Per quanto riguarda le rettifiche dei soggetti vittime di diffamazione, queste dovranno essere pubblicate gratuitamente, e ledichiarazioni degli interessati saranno riportate senza commento aggiunto, anche sulle eventuali edizioni web.
Il risarcimento danni (patrimoniali e non) – previsto ai sensi dell’articolo 185 del codice penale – vede le pene diminuite fino a 2/3 se viene pubblicata la rettifica.
Sanzioni
• Mancata o incompleta rettifica: fino a 16mila euro.
• Diffamazione a mezzo stampa o altro mezzo di pubblicità: fino a 30mila euro
• Attribuzione di un fatto determinato: fino a 50mila euro.
• Diffamazione semplice: multe da 3 a 15 mila euro.
• Ingiuria: fino a 5mila euro.
Il Ddl Diffamazione – relatore Filippo Berselli – non ha terminato il suo movimentato iter: i dieci emendamenti (presentati da Idv, Api e dal democratico Vincenzo Vita) verranno ripresentati in Aula, dove il testo sarà discusso a partire dal 13 novembre
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