E finalmente tutti lessero il DDL Levi. Da Gentiloni a Di Pietro, da Folena a Pecoraro Scanio. Peccato che lo hanno fatto soltato dopo che lo stesso è stato approvato dal CDM lo scorso 12 ottobre. C’è voluta la rivolta degli internauti ma soprattutto la rivolta dei blogger per far aprire gli occhi a tutti. Eppure il DDL era sul tavolo dei ministri da ben 2 mesi. Aspettava solo di esser letto. All’allarme lanciato venerdì scorso dal Ministro Di Pietro, risponde oggi il Ministro Gentiloni:”il disegno di legge sull’editoria, proposto dalla Presidenza del Consiglio e approvato una settimana fa in Consiglio dei Ministri, va corretto perchè la norma sulla registrazione dei siti internet non è chiara e lascia spazio a interpretazioni assurde e restrittive.
Naturalmente, mi prendo la mia parte di responsabilità -come ha fatto anche il collega Di Pietro nel suo blog- per non aver controllato personalmente e parola per parola il testo che alla fine è stato sottoposto al Consiglio dei Ministri.
Pensavo che la nuova legge sull’editoria confermasse semplicemente le norme esistenti, che da sei anni prevedono sì una registrazione ma soltanto per un ristretto numero di testate giornalistiche on line, caratterizzate da periodicità, per avere accesso ai contributi della legge sull’editoria. Va bene applicare anche ai giornali on line le norme in vigore per i giornali, ma sarebbe un grave errore estenderle a siti e blog
Ho sempre sostenuto questa tesi, sia in parlamento che nei dibattiti pubblici (anche martedi scorso, rispondendo a una domanda di Fiorello Cortiana).
Il testo, invece, è troppo vago sul punto e autorizza interpretazioni estensive che alla fine potrebbero limitare l’attività di molti siti e blog. Meglio, molto meglio lasciare le regole attuali che in fondo su questo punto hanno funzionato.
Riconosciuto l’errore, si tratta ora di correggerlo. E sono convinto che sarà lo stesso sottosegretario alla Presidenza Levi a volerlo fare”. Mercoledì il DDL inizierà il suo iter parlamentare ma viste come sono andate le cose era meglio pensarci prima.