Al via in commissione Cultura alla Camera la discussione generale sul disegno di legge di riforma dell’editoria approvato la scorsa settimana dal Senato con alcune modifiche rispetto al testo uscito in prima lettura da Montecitorio. Il termine per gli emendamenti è fissato per lunedì 26 settembre, con l’obiettivo di chiudere l’esame mercoledì 28 e portare il testo in Aula giovedì 29, come da calendario, per procedere all’approvazione il giorno stesso. L’intento della maggioranza – come spiega il relatore del provvedimento Roberto Rampi (Pd) – «è arrivare al sì senza modifiche, in modo da approvare il testo in via definitiva». Da regolamento, gli emendamenti sono possibili solo sulle parti modificate a Palazzo Madama.
Per quanto riguarda l’estensione dei contributi alle tv locali, il deputato Pd anticipa: «Era stata già oggetto di emendamenti alla Camera non recepiti e quindi dovrebbe avere l’appoggio anche di forze dell’opposizione, come la Lega».
In merito, infine, alla tempistica della discussione sul provvedimento, Rampi concorda con la necessità di « arrivare in fretta all’approvazione perché è una legge che il settore, fortemente provato dalla crisi, aspetta da anni. Crediamo di aver svolto un bel lavoro, arrivando a un testo che riguarda tutto il sistema: dalle agenzie ai piccoli e grandi editori, oltre alle tv e al sistema di distribuzione».
Anche in considerazione del fatto che ci sono alcune scadenze, in particolare per il rinnovo del Consiglio dell’Ordine dei giornalisti, oggetto di una nuova disciplina e per promulgare i decreti attuativi in materia di assegnazione dei contributi: «Il governo ha otto mesi di tempo per i decreti attuativi, ma – avverte Rampi – bisognerebbe fare in fretta e tentare di approvarli entro la fine dell’anno».
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