DDL DIFFAMAZIONE: “CERCASI ACCORDO” IN SENATO

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In queste ore l’aula del Senato tornerà ad occuparsi del testo del ddl diffamazione, su cui, giovedì scorso, l’intesa di maggioranza non aveva retto. La Federazione della Stampa e altre associazioni di nuovo in piazza. Sit in a Roma al Pantheon nel pomeriggio.
Un voto segreto e il ddl diffamazione potrebbe chiudere il suo iter legislativo con un nulla di fatto. E’ questo lo scenario che si prospetta per il provvedimento che era nato per evitare il carcere al direttore del ‘Giornale’, Alessandro Sallusti, condannato per diffamazione.
Oggi l’aula del Senato tornerà ad occuparsi del testo su cui, giovedì scorso, l’intesa di maggioranza non aveva retto. E, in mattinata, si terrà una riunione del gruppo Pdl a Palazzo Madama per fare il punto, dal momento che nell’ultima seduta dell’aula gli esponenti del Pdl contrari erano 70 circa e per questo il capogruppo, Maurizio Gasparri, aveva chiesto il rinvio alla prossima settimana.
Tra le opzioni sul tavolo, quella di stralciare la norma che cancella il carcere per i giornalisti colpevoli di diffamazione e non mettere mano a nient’altro. Il Pd, invece, vorrebbe un testo che non serva soltanto per salvare Sallusti.
Il nodo da sciogliere riguarda poi le sanzioni: nel testo sono previste, per chi diffama, fino ad un massimo di 100mila euro, ma la maggioranza aveva deciso una riduzione a 50mila euro. Ma c’è il fronte contrario a multe più basse, che è trasversale, e tra i dissidenti ci sono anche senatori di Coesione Nazionale e del Terzo Polo, Francesco Rutelli in primis.
Contrari a questo ddl lo stesso Sallusti, che più volte ha detto di essere pronto ad andare in carcere ma di non volere una legge di questo tipo battezzata con il suo nome. Contraria anche l’Fnsi, che l’ha definita una ‘legge bavaglio’, e che oggi pomeriggio protesterà con un nuovo sit in al Pantheon.
A tal proposito Vincenzo Vita, senatore Pd, ha affermato che «l’abolizione del carcere non va sostituito con la l’introduzione di pene pecuniarie insostenibili o di raddoppi delle sanzioni per i giornali che ricevono le provvidenze per l’editoria». Per il democratico «è un ripensamento sul disegno di legge sulla diffamazione in discussione al Senato. Meglio sarebbe un ulteriore rigoroso approfondimento nella commissione competente, evitando una troppo affrettata conclusione dell’iter normativo».
Staremo a vedere.

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