La libertà di espressione per i giornalisti e gli intellettuali è una «linea rossa personale» per il premier turco Ahmet Davutoglu. Lo ha detto in un’intervista trasmessa nella notte alla Cnn, poco prima che la Commissione europea pubblicasse un rapporto sulla Turchia secondo il quale nell’ultimo anno sono stati fatti «importanti passi indietro nella libertà di espressione e di assemblea». «Ero un editorialista negli anni Novanta, quando lavoravo come accademico – ha ricordato Davutoglu nell’intervista alla giornalista Christiane Amanpour – Quindi per me la libertà d’espressione è una linea rossa. Se c’è un attacco contro qualunque intellettuale, editorialista o giornalista, io sono il primo a difenderlo, ve lo posso assicurare». Davutoglu ha quindi negato le accuse rivolte al suo governo di voler imbavagliare i media ostili e, citando alcuni articoli e dossier apparsi sulla stampa turca, ha parlato di «provocazioni», giustificando quindi l’intervento della magistratura contro le tv e i giornali interessati. «Abbiamo bisogno di fare di più – ha detto Davutoglu rispondendo a una domanda sull’appello rivolto dall’ex presidente Abdullah Gul per maggiori passi avanti in materia di democrazia – e già da domani comincerò a lavorarci, ci saranno riforme politiche ed economiche.