Mercoledì sera il Tg1 si è attestato sulla soglia estremamente negativa del 25,50 per cento di spettatori. Una cifra lontanissima dai dati registrati esattamente un anno fa: in dodici mesi una “piazza” virtuale di quasi 850 mila teleutenti ha contestato a Minzolini o la sua linea politica o la fattura stessa del telegiornale. E ha cambiato canale. Sarà colpa della linea tenuta delle mille polemiche, degli interventi a favore del governo Beriusconi, della preponderanza di servizi futili? Secondo il consigliere di amministrazione in quota Pd Nino Rizzo Nervo si profila un evidente danno economico per l’azienda. Il consigliere della parte opposta Antonio Verro non condivide il pessimismo di Rizzo Nervo ma, ammette, “Se questi dati dovessero essere confermati in un medio periodo dovremmo preoccuparci”. E l’arrivo di Enrico Mentana alla guida del Tg La7 rende le prospettive per il principale tg italiano se è possibile ancora più fosche.
Non si sono fatti attendere i commenti di Alessandro Pignatiello, coordinatore della segreteria nazionale del PdCI-FdS: “Lo studio del Politecnico di Milano, che ha incrociato i dati dell’Osservatorio di Pavia con quelli dell’Auditel, dimostra il fallimento di Minzolini al Tg1. A chi giova, se non al premier, mantenere alla direzione del maggiore telegiornale della Rai un direttore che gli garantisce vantaggi in tutti i sensi?”. ”Di fronte a questi dati, in un Paese serio – prosegue Pignatiello -, un direttore che, dopo aver fatto perdere credibilità al Tg della rete ammiraglia – spazzando via in maniera sistematica dall’informazione politica posizioni politiche fuori dal coro, compresa la nostra – continua a perdere ascolti dovrebbe dimettersi in seduta stante”.
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