Google, con una quota del 21,5%, guida la classifica italiana degli operatori a cui si rivolgono i cittadini che usano internet per l’informazione. Dopo il motore di ricerca sul podio si piazzano Repubblica (17,3%) e il Corriere della Sera (9,5%).
A disegnare lo scenario dell’informazione online è l’indagine conoscitiva sul settore dei servizi internet e della pubblicità online realizzata dall’Agcom e riferita, relativamente a questi dati, al 2013.
Tra le fonti tradizionali e le nuove fonti digitali vincono le prime con il 36,1% rappresentato dai quotidiani online. Le agenzie di stampa sono scelte dal 9% dei cittadini che si informano su internet, gli operatori tv dal 5,2%, i periodici online dallo 0,8 per cento. Guardando alle nuove fonti digitali hanno la meglio i motori di ricerca tipo Google, Google Search con il 21,6%, seguono i social network (8,1%), i portali (6,7%), le testate native digitali (2,4%) e i blog (Beppe Grillo, …) con lo 0,1 per cento.
L’Agcom nota inoltre che, sebbene i mezzi tradizionali rivestano ancora un ruolo prioritario per l’informazione, internet sta assumendo progressivamente maggiore rilievo.
In Italia il 40% della popolazione sceglie internet che, come mezzo di informazione, si piazza a soli quattro punti dai quotidiani (preferiti dal 44%); l’80% si informa tramite la tv mentre il 18% usa la radio. L’offerta di informazione online, nota ancora l’Agcom, è spesso gratuita, per cui la valorizzazione dei contenuti informativi digitali si basa sulla generazione di audience al fine della vendita di contatti agli inserzionisti di pubblicità. Di conseguenza, le piattaforme informative competono con i fornitori di servizi generalisti (principalmente portali, motori di ricerca, e social network) sia nell’audience, sia sul versante pubblicitario.
“L’affermazione di internet, il calo delle vendite e di audience dei prodotti informativi tradizionali, e, al contempo, la concorrenza dell’offerta informativa digitale – spiega l’Autorià – ha creato, a livello mondiale, problemi di finanziamento all’intero sistema dell’informazione”.
“Se da un lato – prosegue l’Agcom – l’affermazione dell’informazione online sta determinando ricadute positive sul benessere sociale, in quanto genera un surplus informativo spesso a costo quasi nullo per i cittadini, dall’altro lato, la riduzione delle fonti di reddito rischia di danneggiare durevolmente la qualità e la veridicità dell’informazione”.
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