Damiani (Fi): “Ecco perché è necessario sostenere l’editoria”

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Sostenere l’editoria. Per evitare una valanga di fallimenti. E, soprattutto, per evitare che il già asfittico ecosistema italiano dell’informazione si depauperi ancora di più. Un emendamento al Dl Asset per cancellare la norma liberticida che azzererà, dopo averli progressivamente ridotti, i contributi ai giornali. L’iniziativa porta la firma del senatore di Forza Italia Dario Damiani, capogruppo azzurro in commissione Bilancio a Palazzo Madama. Damiani, in un’intervista rilasciata a Radio Cusano Campus, ha spiegato le ragioni, profonde e solide, su cui si ancora la sua iniziativa legislativa. Si parte, chiaramente, dalla realtà. “Il settore dell’editoria, soprattutto dei piccoli giornali e delle tv locali, vive un momento di grande difficoltà anche a seguito della digitalizzazione che, nel corso del tempo, ha provocato un crollo delle vendite dei giornali, con il conseguente fallimento di tanti editori”, spiega Damiani. Che aggiunge: “È per questo che con un emendamento al decreto Asset, ho proposto di riformare la norma Crimi sul finanziamento pubblico all’editoria, contenuta nella legge di Bilancio 2019, che prevedeva il taglio progressivo dei contributi fino ad azzerarli”.

L’ex sottosegretario all’editoria era quello che si vantava di informarsi su Telegram. Facendo, sostanzialmente, pubblicità a una piattaforma (russa…) su cui si consumano ogni giorno decine e decine di atti di pirateria, come le inchieste degli ultimi anni hanno confermato. Esponente di punta di un “movimento” che ha spalancato le porte agli oligopoli digitali pensando di poter risolvere i gravissimi problemi che ha comportato la digitalizzazione senza regole cui è stato sottoposto il mercato italiano (e non soltanto quello dell’editoria) elargendo la paghetta del reddito di cittadinanza. Sono stati anni duri, in cui è stato necessario combattere per dimostrare l’ovvio. E cioè che il finanziamento pubblico ai giornali è un presidio di civiltà. Che in Europa è praticato da tutti i Paesi. In maniera ben più rilevante di quanto faccia l’Italia, dove il sostegno all’editoria è il più basso di tutta l’eurozona. Perché il pluralismo non si difende a colpi di blog. Ed è un valore costituzionale, senza il quale è a rischio la democrazia. Ma il populismo, elemento che caratterizza una fase politica a dir poco deficitaria (e non è un caso se alle urne ci vanno sempre meno elettori…), si diverte ancora a spargere, a piene mani, fake news e odio contro chi lavora.

A differenza di certi vecchi arnesi della politica, già finiti nel dimenticatoio, Dario Damiani sa che bisogna fare qualcosa. E bisogna farlo subito: “Oggi è urgente sostenere il settore, soprattutto le testate locali, affinché sia garantita la pluralità dell’informazione e quindi la democrazia. Per questo è indispensabile la riforma organica a cui sta lavorando il sottosegretario all’Editoria Alberto Barachini e il mio emendamento va in questa direzione. L’auspicio – ha concluso il senatore di Forza Italia – è che grazie al sostegno pubblico si aiuti il settore ad uscire dalla crisi e si assicurino il pluralismo e l’informazione di qualità”. Sostenere l’editoria è giusto e, soprattutto, è un preciso dovere per chi intende tutelare la democrazia.

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