I White spaces sono le frequenze parzialmente vuote lasciate dai broadcaster dopo il passaggio al Digitale terrestre, che diventano luoghi di sperimentazione per portare internet a banda larga in zone, come le aree montane, difficili da raggiungere con la rete. Un ambito di applicazione su cui si è pronunciata anche la Commissione Europea, fissando il 2013 come termine ultimo per la definizione di regole per l’uso efficiente delle frequenze libere, i white spaces o spazi bianchi appunto. Il “WHITE SPACE”,infatti è quella porzione libera di spettro sui 700 Mhz, adibita a fare da “intercapedine” fra due frequenze già in uso da altri dispositivi (microfoni wireless,trasmissioni TV). Si tratta,infatti,di “Canali Bianchi” che rappresentano quelle frequenze pubbliche(512 Mhz-698 Mhz) assegnate alla trasmissione TV e radio, e che restano inutilizzate dai network televisivi. Questo “Spazio Bianco” è di notevole importanza per quello che riguarda lo sviluppo di nuovi servizi e rete di collegamenti a banda larga wireless. In ambito europeo la Commissione ha proposto un programma strategico quinquennale per pianificare e armonizzare l’uso dello spettro radio nella UE. La proposta prevede interventi per promuovere una gestione efficiente dello spettro e, più in particolare, per garantire che sia messo a disposizione spettro sufficiente per la banda larga wireless. S’intende in tal modo contribuire in modo significativo alla diffusione delle connessioni in banda larga in zone remote, in cui l’installazione di reti cablate non è economicamente conveniente, e a rendere disponibili in tutta Europa servizi innovativi.
La proposta si fonda sulle disposizioni in materia di mercato unico del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE, articolo 114), data l’importanza che riveste la disponibilità dello spettro per la creazione di un mercato unico delle comunicazioni elettroniche e per altri settori strategici della UE.
In questo ambito riveste carattere assolutamente prioritario la disponibilità di spettro sufficiente per garantire i servizi wireless, inclusa la banda larga. Secondo la proposta della Commissione i paesi della UE dovrebbero completare entro il 2012 il processo di assegnazione delle licenze agli operatori che utilizzano le bande di spettro già armonizzate tecnicamente a livello UE per l’uso della banda larga wireless (le bande 900/1800 MHz, la banda 2.5 GHz e la banda 3.4-3.8 GHz). I paesi della UE sono invitati inoltre ad aprire la banda 800 MHz ai servizi di banda larga wireless entro il 1° gennaio 2013 (in Italia, il bando per l’assegnazione dell’uso di queste frequenze verrà pubblicato in GU nei prossimi giorni), contemplando tuttavia deroghe fino al 2015 in casi eccezionali.
Il programma prevede infine che lo spettro sia gestito sulla base di principi quali l’efficienza e la flessibilità dello spettro, la neutralità della tecnologia e del servizio e la concorrenza. Saranno peraltro promossi l’uso collettivo e lo scambio dello spettro, incoraggiando anche la convergenza delle condizioni e delle procedure di autorizzazione per le frequenze negoziabili in tutta Europa.
Nei piani della Commissione Europea c’è infine anche la razionalizzazione dello spettro wifi, pertanto i prodotti come le applicazioni mediche e apparecchiature per l’assistenza ai disabili, le etichette wireless di identificazione dei prodotti da utilizzare negli esercizi commerciali e nei trasporti e applicazioni per l’intrattenimento, quali la televisione mobile e i libri elettronici senza fili, dovrebbero basarsi sugli stessi standard tecnici e utilizzare la stessa banda di frequenze in tutta la UE. In Italia la prima sperimentazione del White Space è stata effettuata nel 2010 in Piemonte dal Politecnico di Torino per un programma di diffusione della banda larga nelle zone rurali. I risultati saranno noti entro la fine del mese. Ma a questo punto è spontaneo porsi alcune domande: “se i risultati fossero soddisfacenti che fine farà il Wimax e tutte le aziende che hanno investito in questa tecnologia poco meno di due anni fa?
Si tratta del solito “mistero” italiano o c’è dell’altro?