Dal Cnog alla Fnsi, tutte le reazioni al matrimonio Inpgi-Inps

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Ieri l’annuncio del matrimonio tra l’Inpgi e l’Inps ha scatenato numerose reazioni. Quasi tutte felici, di approvazione per l’operato del governo. Non sono mancate, accanto ai ringraziamenti più o meno entusiasti, nemmeno le critiche nei confronti dell’esecutivo. Dalla nomenklatura Inpgi fino alle organizzazioni sindacali e di categoria, tutte le reazioni all’annuncio sul futuro dell’Inpgi 1 all’interno dell’Inps.

Macelloni (Inpgi): “Scongiurato commissario”

Il presidente Inpgi Marina Macelloni ha affermato. “Non cambia nulla per quelli autonomi. Una cosa importante da sottolineare è che l’Inpgi non è stato commissariato così come paventato più volte in passato ma viene per così dire ridimensionato a cassa privata per i lavoratori autonomi”. Per Macelloni dunque è necessario fare presto. “Bisognerà procedere con una riforma dello Statuto entro il prossimo mese di giugno”. Ma non è una vittoria per la dirigenza Inpgi. “Noi abbiamo lavorato fino all’ultimo perché il governo decidesse per la nostra proposta. Quella dell’allargamento della platea che avrebbe consentito all’Inpgi di rimanere autonomo nel suo insieme. Contemporaneamente abbiamo lavorato perché la soluzione di passaggio all’Inps fosse comunque la più tutelante nei confronti degli iscritti e delle loro tutele previdenziali”.

“Garantite le prestazioni”

Macelloni rivendica di aver strappato alcune importanti concessioni. “Abbiamo ottenuto tre cose fondamentali. l’Istituto non sarà commissariato, tutte le prestazioni maturate al 30 giugno secondo le regole Inpgi, anche quelle di chi non è ancora andato in pensione, sono salvaguardate, l’Inpgi continuerà a esistere per assicurare la previdenza dei giornalisti che svolgono lavoro autonomo”. E dunque ha concluso. “Questo era il nostro dovere di amministratori e credo che lo abbiamo assolto nel migliore dei modi. L Inpgi continuerà a esistere e continuerà a essere, come è sempre stato, un punto di riferimento fondamentale per i giornalisti”.

Verna: “Prende corpo garanzia pubblica”

Il presidente del consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna si è dichiarato soddisfatto. E in una nota, senza lesinare critiche agli altri attori sul campo, ha affermato. “La garanzia pubblica chiesta da lungo tempo dall’Ordine dei giornalisti, contrastato da altri soggetti in categoria, sta prendendo corpo nella manovra del governo. La soddisfazione per la scintilla di bene comune innescata deve marciare di pari passo con un ringraziamento sentito a chi ha fatto parte della commissione tecnica presso il dipartimento dell’editoria. Finalmente si realizza una controtendenza di attenzione alle questioni del mondo dell’informazione a lungo sottovalutate”.

“Grazie a Mattarella, ruolo decisivo”

Carlo Verna ha poi voluto ringraziare il Capo dello Stato. “Fondamentali furono le parole del Presidente della Repubblica in occasione della cerimonia del ventaglio. Tante volte il capo dello Stato Sergio Mattarella cui va la nostra gratitudine ha rilanciato la funzione cruciale dell’informazione per la democrazia per cui confidiamo che la soluzione della questione Inpgi, garantendo una sufficiente autonomia al fondo speciale, sia solo il primo passo di una nuova legislazione per il giornalismo che comprenda norme di contrasto alle querele temerarie, che sono ormai insostenibili e la riforma dell’accesso all’Ordine proposta con voto a larga maggioranza nel corso della consiliatura che si sta concludendo dalla nostra assise”.

Fnsi: “Per occupazione non è stato fatto nulla”

Adelante, ma con manzoniano juicio, la posizione della Fnsi. Per il segretario generale Raffaele Lorusso. “La soluzione ipotizzata dal governo per affrontare la crisi dell’Inpgi è un passo in avanti importante, ma non definitivo, verso il riordino del settore. La preferenza dell’esecutivo per una delle due soluzioni elaborate dal tavolo tecnico, anche grazie al lavoro fondamentale dei vertici dell’Inpgi, sgombra il campo dall’ipotesi di commissariamento e liquidazione dell’Istituto, che infatti non scomparirà”. Lorusso ha aggiunto. “Se la salvaguardia delle prestazioni presenti e future rappresenta un risultato di cui dare atto al governo, che non ha ceduto alle pressioni per soluzioni che avrebbero penalizzato i giornalisti e cancellato l’Inpgi non lo stesso può dirsi per gli interventi ipotizzati nello schema di legge di Stabilità per sostenere il settore”.

“Fnsi continua a chiedere tavolo permanente”

Per la Fnsi si può e si deve fare di più. Sul sostegno ai giornali e il rafforzamento dell’occupazione. “L’istituzione di un fondo per l’editoria, per il quale si prevede lo stanziamento di 230 milioni in due esercizi di bilancio, è una notizia positiva soltanto a metà. Manca completamente, infatti, il riferimento alla tutela e al rilancio del lavoro giornalistico, considerato che, stando alla bozza della norma, l’occupazione da sostenere sarebbe quella di non meglio identificati ‘giovani professionisti qualificati nel settore dei nuovi media’. Un’impostazione inaccettabile che dovrà essere rivista”. Dunque Lorusso ha concluso. “E’ impensabile finanziare con risorse pubbliche gli investimenti e la transizione al digitale delle imprese dei media senza prestare attenzione al lavoro dei giornalisti, sempre piu’ precario e calpestato nei diritti fondamentali. Per questa ragione, la Fnsi continua a chiedere la creazione di un tavolo permanente per l’editoria fra governo e parti sociali per affrontare compiutamente le criticità del settore e individuare politiche di rilancio dell’occupazione giornalistica e del mercato”.

Pluralismo e Libertà “Noi facili profeti”

Da un’altra prospettiva, invece, la vede Pluralismo e Libertà. Che ha tenuto a redigere e diffondere una nota. “Siamo stati facili profeti e lo siamo stati in tempi non sospetti. L’Inpgi passa all’Inps con l’introduzione di fatto della garanzia pubblica che avevamo indicato come Sos Inpgi quale unica strada per la sopravvivenza dell’Istituto”. Dunque l’attacco. “Cosi è stato a differenza delle false promesse che fino ad oggi ha portato avanti la maggioranza dell’Inpgi e non solo quella. Oggi la presidente Macelloni dice che tutte le prestazioni verranno comunque garantite. Peccato che fino a ieri diceva il contrario e cioè che con la garanzia pubblica si sarebbe andati a un taglio drastico delle pensioni”.

“Il tempo è stato galantuomo”

Pluralismo e Libertà ha concluso sul punto dei rapporti tra Inpgi e ora Inps. “Ma va bene così perché quello che conta è che si sia trovata una strada per salvare le pensioni dei giornalisti. Il tempo della serietà, al solito, è sempre galantuomo. Allo stesso tempo la garanzia pubblica permette un orizzonte che potrebbe portare, tra qualche anno, con condizioni diverse dell’editoria, a prospettive più serie per le stesse pensioni dei giornalisti, e quindi con la possibilità di un percorso che riporti ad una realistica autonomia dell’istituto”.

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