Dal 1 luglio, il settimanale L’Espresso passa al gruppo Bfc Media di Danilo Iervolino. Il governo non ha esercitato la golden power al cui regime, in quanto bene strategico nelle comunicazioni, è sottoposto il giornale. Via libera all’accordo, Iervolino paghera 4,5 milioni in due tranche per subentrare nella proprietà dello storico settimanale, del periodico Le Guide e di tutti gli asset editoriali e digitali afferenti a L’Espresso. Il closing avverrà il 31 agosto prossimo quando Bfc Media verserà la prima tranche da 2,8 milioni di euro. Il secondo versamento, stando a quanto si apprende dalle indiscrezioni, potrebbe essere ridimensionato a misura del volume di vendite e di introiti del giornale.
A subentrare nella gestione de L’Espresso sarà una newco, la L’Espresso Media Srl, il cui capitale sociale è controllato, per il 51% da Bfc Media e per il restante 49% da Idi, riferibile direttamente all’imprenditore Iervolino. Non ci si dovrebbero attendere rivoluzioni in redazione. La nuova proprietà ha confermato la fiducia al direttore Lirio Abbate, subentrato a Marco Damilano che aveva rassegnato l’addio proprio in polemica con la cessione del giornale, e saranno mantenuti i redattori e i grafici attualmente in servizio. Sarebbe nei progetti, invece, l’allestimento di uno spazio da 400 metri quadri in cui realizzare un polo hitech capace di fare innovazione proprio nell’editoria e per le produzioni radio, web e tv.
Il passaggio di consegne, al quale si erano opposti almeno inizialmente i giornalisti, è dunque vicino a compiersi. Con la cessione de L’Espresso, Gedi dismette uno degli asset storici del gruppo editoriale al quale, peraltro, il settimanale ha dato il nome. Iervolino ha già affermato di avere grandi progetti per L’Espresso: “Darò il mio contributo in ambito tecnologico, sperando di riportare l’Espresso a essere il più grande settimanale italiano”.