Con una cartolina inviata a Marco Polillo, presidente dell’Associazione Italiana Editori, la Rete dei Redattori Precari evidenzia in sette domande gli aspetti più spinosi del rapporto tra case editrici e collaboratori. In sintesi, i precari dell’editoria chiedono qual è (se c’è) il rapporto tra qualità del lavoro e qualità del prodotto editoriale, se il lavoratore è considerato un costo o un patrimonio, se l’Aie attua controlli per accertare che gli editori non eludano le leggi in materia di diritto del lavoro, se i benefici delle facilitazioni pubbliche possono ricadere anche sui lavoratori. E ancora, come mai l’Aie si è detta contraria a concordare un sistema di norme che garantisca condizioni di lavoro più dignitose ai collaboratori, se e come si possono premiare gli editori “virtuosi”, se si può avviare un dialogo sul precariato in editoria. La risposta, ora, tocca all’Aie.
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