I vertici di Mountain View hanno incontrato i giornalisti in settimana durante l’ “Inside search event”, un’occasione per dare un’anteprima del futuro del search engine firmato Google.
Il nuovo Ceo Larry Page ha le idee molto chiare al riguardo, bisogna scommettere tutto sull’implementazione della ricerca istantanea, non solo in termini di velocità ma anche di qualità del servizio offerto che deve dialogare in continuità con l’utente, addirittura anticipando le query sottoposte al sistema. A tal proposito l’SVP Alan Eustace (Senior Vice President) della divisione ricerca del gruppo, illustra i tre obiettivi da centrare nel lungo periodo, così come dettati dalla visione di Page. Risposte e non solo risultati, ovvero una nuova modalità di organizzazione delle informazioni non più disconnesse ma aventi una sequenzialità logica rispetto al tipo di argomento oggetto di indagine da parte dell’utente. Così “chi fosse interessato ad apprendere come si costruisca una tuta spaziale – prosegue l’esperto – potrebbe attendersi una serie di video didattici come primo risultato seguiti dal nome delle aziende presso cui acquistare i materiali, alcune fonti ingegneristiche” così da accompagnare per mano il navigatore in tempo reale. E si passa immediatamente al secondo step, leggere nel pensiero degli internauti. Non proprio, ma Mountain View ci vuole andare vicino, suggerendo, a ricerca effettuata, ulteriori spunti per approfondire o risolvere la query posta al suo motore (o intelligenza artificiale?) addirittura prevenendo le domande dei richiedenti, giocando di anticipo, trovando le informazioni pertinenti anche se non esplicitamente domandate.
Ma Google intende spingersi anche oltre, migliorando le proprie capacità di contestualizzazione. Se un utente cioè vuole organizzare una gita a New York, e chiede a Google quali sono le attività da svolgere, il sistema deve potergli fornire tutte le risposte, capendo la domanda, e provvedendo ad elencare una lista in base agli interessi memorizzati nelle sessioni precedenti e tenendo conto del periodo di permanenza nella città scelta come meta dall’utente. Un modo per attualizzare i risultati, dunque, dando la sensazione all’ internauta di turno di essere accompagnato nei propri spostamenti.
Un vero e proprio guanto di sfida quello lanciato da Mountain View al più diretto concorrente del search engine Bing della Microsoft (e a quelli futuri che tenteranno di inserirsi nel mercato). Una scommessa che punta a rivoluzionare il sistema di ricerca online, trasformandolo da semplice anticamera virtuale di accesso alle informazioni a vero e proprio luogo di apprendimento attivo, dove gli stimoli alla ricerca dovrebbero essere generati razionalmente e non più solo calcolati da un freddo algoritmo. Almeno questa è l’illusione che Google intende offrire ai propri utenti.
Manuela Avino
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