Da Il Giornale a Qn, il valzer delle proprietà

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Il Giornale passerà di mano dalla famiglia Berlusconi agli Angelucci? È stato il tormentone di fine anno ma, almeno fino alla giornata di ieri, nulla si sarebbe ancora concretizzato. Paolo Berlusconi, socio di maggioranza della società che edita il quotidiano fondato da Indro Montanelli, ha parlato all’Adn Kronos spiegando le modalità con le quali avverrà l’eventuale passaggio di testimone. Ma che, al momento, non si è ancora concretizzato.

Berlusconi ha spiegato che “il Giornale sarà venduto, se sarà venduto, nei prossimi mesi con un passaggio delle azioni” ma, ha aggiunto, “ad oggi non ci sono ancora passaggi”. L’interesse di Tosinvest per il quotidiano milanese è noto da mesi. La famiglia Angelucci nel frattempo ha ceduto i giornali locali di Gruppo Corriere, e cioè Corriere dell’Umbria, Corriere di Siena, Corriere di Arezzo e Corriere della Maremma alla società Polimedia. Si tratta di una compagine messa su, tra gli altri, dalla famiglia Polidori. I soci sono, insieme ai fondatori di Cepu e Monte Finanziario Europeo che detiene il 52% delle azioni. Nel cda della società, che ha un capitale sociale da 100mila euro, siedono Carmine Pellegrino, presidente, Marco Margarita e Pietro Luigi Polidori, consiglieri.

Una mossa, quella degli Angelucci, che ha ricordato molto da vicino la strategia Elkann in Gedi. Dismissione dei locali per acquisire nuove testate nazionali. A proposito di Elkann, si è parlato con insistenza di un interessamento, da parte di John, proprio a Il Giornale. I soliti beninformati affermavano che agli Agnelli sarebbe “servito” poter contare su una testata più governista dal momento che il tandem Repubblica-La Stampa non può essere ricondotto, certamente, a dinamiche politiche di centrodestra. Niente più di un interesse, per gli Elkann che, così, con le porte sbarrate a via Negri, si sarebbero diretti a quella del Quotidiano Nazionale del gruppo Monrif.

Insomma, un grande valzer di proprietà per alcune delle maggiori testate giornalistiche italiane. Però, al momento, non si muove (ancora) una foglia.

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