Le azioni di Classe A, possono essere vendute in caso di trasformazione in mercato IPO, mentre le azioni di Classe B, danno ai possessori delle stesse la possibilità di esercitare proposte sulla Governance di Facebook. Per il momento sono comunque solo ipotesi, come sottolinea anche Lise Buyer, di Class V Group, società di consulenza sulle Ipo.
Si preferisce mantenere una linea di preventiva prudenza, a seguito anche delle esperienze precedenti di altri colossi del web approdati negli ultimi tempi in Borsa come Groupon(sbarcata in Borsa con35 milioni di azioni messe in vendita a 20 dollari l’una, deve vedersela però con la Sec, la Consob Americana) linkedIn, Zynga e prima ancora Google. Ma il caso di Google, merita un approfondimento a parte, andando con ordine.
Il 19 agosto 2004 Google sbarca in borsa, con una Ipo quarta per dimensioni negli Stati Uniti, fino al 2004. La procedura adottata per la vendita delle azioni è quella dell’asta online e via fax, senza ricorrere all’ausilio delle banche. Nel giorno del suo debutto al Nasdaq, il mercato borsistico elettronico,il titolo Google chiude a quota 100,33, dollari facendo segnare un rialzo del 18% rispetto al prezzo di collocamento, mentre nel suo secondo giorno la quotazione è pari a 102,35 dollari. Nel 2008 Google e Yahoo, acerrimi rivali da sempre, stipulano un accordo sulla pubblicità che consente a Google di inviare dai suoi motori di ricerca pubblicità sui siti di Yahoo , con conseguente ritorno economico.
Nel luglio dello stesso anno il Dipartimento della Giustizia americano apre un’indagine formale Antitrust sull’accordo tra Google e Yahoo, preoccupato per il profilarsi di un monopolio pubblicitario in rete. Dopo l’arresto dell’Antitrust verso l’accordo sospetto, un anno dopo Yahoo raggiunge un accordo di 10 anni con Microsoft che consente a quest’ultimo l’accesso alle tecnologie Yahoo per la ricerca, integrandole anche nella propria piattaforma (Bing).
Microsoft Bing sarà l’unico search engine ad essere utilizzato sia per le ricerche standard ma anche per l’inclusione della pubblicità. Yahoo continuerà ad utilizzare le proprie tecnologie e pubblicità nei settori strategici ma, l’aspetto fondamentale è che Bing diventa il motore di ricerca utilizzato da entrambe le società.
Ad oggi Yahoo è in calo per quanto riguarda le entrate, nonostante l’aumento del mercato pubblicitario di Internet di oltre il 20% annuo. E sono diventate realtà le voci sulla sua cessione ed è partita la gara degli eventuali acquirenti, in testa il consorzio formato da Blackstone e Bain che sta preparando un’offerta di acquisto sul 100% di Yahoo che verrebbe valutata 25 miliardi di dollari. Nel consorzio ci sarebbero anche partner asiatici come la cinese Alibaba e la giapponese Softbank. Alla corsa all’acquisto c’è anche Google, ex partner del motore di ricerca, che partirebbe però svantaggiata in virtù della precedente bocciatura dell’Antitrust. Avanza anche Microsoft interessata ad un acquisizione di una parte, ed a quanto riporterebbe il New York Times, avrebbe firmato un accordo di riservatezza con Yahoo che gli consentirebbe di avere accesso ai documenti finanziari. Sta di fatti che dopo questi movimenti, ieri il titolo in Borsa di Yahoo è schizzato al +7%. Ma nel mentre si profila un altro rivale che con il suo approdo in Borsa, cambierebbe le carte in tavola, si tratta di Yandex, il motore di ricerca che ha superato Google in Russia. L’arrivo in borsa di Yandex prevede di raccogliere sul mercato del Nasdaq circa 1,3 miliardi di dollari con un prezzo delle azioni compreso tra 24-25 dollari. Il gruppo hitech russo è destinato ad una valutazione complessiva di circa 8 miliardi di dollari e richiama il 65% delle ricerche online degli utenti in Russia, dove Google non è mai riuscita a sfondare.
Azionisti della rete, occhio alla Russia!.
Luana Lo Masto
Il ministro degli Interni Matteo Piantedosi teme che l’intelligenza artificiale possa trasformarsi in un “pericoloso…
Oggi alle 18 in piazza Venezia a Roma Il Tirreno sarà premiato con il Digital…
Il sottosegretario all’Editoria Alberto Barachini conferma di essere “un grandissimo fautore dei finanziamenti pubblici” all’editoria…
C’è maretta al settimanale Oggi: i giornalisti hanno sfiduciato il direttore Andrea Biavardi, subentrato a…
Facendo seguito alla nostra circolare n. 25/2024 segnaliamo che con Decreto del Capo del Dipartimento…
Fumata bianca ad Askanews: l’assemblea dei giornalisti dà il via libera alla proposta di prepensionamenti.…