CROWDFUNDING: UN FENOMENO CHE TOCCA ANCHE LO STIVALE

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In principio fu Kickstarter.com, antesignano delle piattaforme di crowdfunding (dall’inglese crowd, folla e funding. Processo di finanziamento collaborativo che, partendo dal basso, mobilita persone e risorse) che tanti proseliti stanno facendo un po’ in tutto il mondo.
Da allora le iniziative volte a coagulare attenzione e consensi attorno a nuovi progetti creativi per poi sovvenzionarli promuovendo una raccolta fondi in rete, sono aumentate in maniera esponenziale.
Il meccanismo è piuttosto semplice, per non dire immediato.
E si basa sullo scambio: l’autore del progetto si rivolge alla rete e chiede un aiuto economico per realizzare la sua idea.
In cambio promette di mettere a disposizione di tutti i risultati.
Un meccanismo che funziona benissimo, se solo si pensa all’esempio italiano di Mattia Ventura.
Il giovane designer ha realizzato, infatti, “Vivax”, un particolare tipo di custodia antiurto per PC portatili italiana al 100% presentandola sulla celebre piattaforma di crowdfunding.
Ebbene, nel giro di pochi giorni l’idea “sponsorizzata” su Kickstarter, ha riscosso un ampio successo raggranellando finanziamenti importanti fin dalle prime ore.
Ora, l’esempio di Ventura e quello dei tanti altri giovani che affidano le proprie idee alla rete, soprattutto in un momento di forte crisi come quello che stiamo vivendo, fa di certo riflettere.
Se è vero, infatti, che in una fase in cui la disoccupazione giovanile sta toccando livelli di guardia, il ruolo e l’importanza del crowdfunding sta emergendo in tutta la sua evidenza, è anche vero che il dilemma legato alla difesa della proprietà intellettuale sul web sembra affacciarsi più forte che mai.

La domanda che sorge spontanea è la seguente: è giusto affidare alla comunità virtuale le proprie “iniziative” in cambio del supporto economico? Forse sì, forse no.
Questione di punti di vista.
L’importante è che le nuove idee, condivise o meno che siano, continuino a spuntare come funghi.
E poi, chissà, magari il crowdfunding potrà effettivamente dare una mano ai ragazzi e al “made in Italy”.

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