C’è maretta al Corriere della Sera dopo che una giornalista avrebbe “osato” criticare la posizione espressa da Roberto Saviano sulla prostituzione rimediando una sospensione dal lavoro. Monica Ricci Sargentini aveva criticato l’uscita dello scrittore che su Sette aveva messo sullo stesso piano la legalizzazione della prostituzione e della cannabis. Avrebbe “approvato” (privatamente) una critica pubblica e l’azienda per la quale lavora, e che ospita Saviano stesso, ha deciso nettamente da quale parte fosse la “ragione”. Sargentini, dunque, è stata sospesa per tre giorni, niente lavoro e niente stipendio.
La notizia è stata diffusa e seguita da Dagospia. Che ha ricostruito l’accaduto. Monica Ricci Sargentini aveva sottoscritto una mail di protesta redatta da alcune associazioni femministe, inviperite dal “contributo” di Saviano apparso su Sette. Parole dure che hanno scatenato il putiferio. Le femministe hanno accusato. “L’articolo di Saviano che avete ospitato nelle vostre pagine è scandaloso per contenuto e per superficialità e ritengo la testata responsabile di diffondere cultura da carta straccia, solo per conformismo ammantato di radicalità rivoluzionaria. Come si può paragonare la legalizzazione della marijuana alla legalizzazione della prostituzione. Ma si, certo, siamo carta igienica noi donne in fondo”.
Ai vertici del quotidiano di via Solferino, però, che la protesta sia stata seppur privatamente condivisa da una giornalista del Corriere della Sera non è andata per niente giù. Criticare Saviano e lavorare al Corriere della Sera, evidentemente, non si può. Ed è scattato il provvedimento: tre giorni di sospensione dal lavoro e dallo stipendio. Ma ciò è arrivato soltanto dopo l’intervento del legale della cronista dal momento che, inizialmente, i vertici del giornale le avevano indirizzato un vibrante richiamo in cui l’avrebbero accusata di aver voluto nuocere all’immagine del giornale e causare problemi al sistema informatico per le tante mail ricevute. Con un sottotesto che dunque pare preoccupante “vietato criticare le firme di punta del giornale”.
Quando la notizia è diventata di pubblico dominio, è intervenuto anche il comitato di redazione del Corriere della Sera a perorare la causa della collega giornalista. In una lettera pubblica indirizzata al direttore Luciano Fontana, i redattori hanno chiesto di soprassedere alla sanzione e al provvedimento disciplinare ritenuti “gravi e inusuali sia per la collega che per la storia del Corriere e dei rapporti tra direzione e la redazione”. La solidarietà a Ricci Sargentini è arrivata però soprattutto fuori da via Solferino.
In una nota, i deputati della Lega Alessandro Pagano, Alex Bazzaro, Emanuele Cestari, Vito Comencini, Domenico Furgiuele, Matteo Micheli, Elena Murelli, Maura Tomasi hanno espresso la loro vicinanza alla giornalista. “Totale solidarietà alla giornalista Monica Ricci Sargentini. Quanto avvenuto al Corriere della Sera è tanto grave quanto inquietante: non per aver ospitato le solite elucubrazioni a favore della legalizzazione della prostituzione e della cannabis a firma di Roberto Saviano sul settimanale Sette, quanto per aver censurato prima – e sospeso poi – la cronista stessa con conseguente decurtazione dello stipendio. Motivo? Semplicemente, per aver espresso a parole il proprio dissenso rispetto al verbo savianico”.
Dunque i leghisti hanno aggiunto. “Una censura preventiva indegna di un Paese libero, democratico e occidentale come l’Italia. Roba da Minculpop. Presenteremo nelle prossime ore un’interrogazione ai ministri competenti per fare piena luce su questa vicenda e per sapere se nel nostro Paese esista ancora la libertà di pensiero. Nel frattempo, l’augurio è che ai piani alti di Via Solferino ci si renda davvero conto di quale pessimo esempio si sia reso protagonista il Corriere della Sera e che domattina Ricci Sargentini trovi sulla propria scrivania un mazzo di fiori e un biglietto con tanto di scuse da parte della sua redazione”.
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