Il Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti suona l’allarme per il futuro dell’Inpgi. E chiede che sulla questione intervenga direttamente il Capo dello Stato, Sergio Mattarella. La questione è scottante e dirimente per il futuro del giornalismo stesso e non solo della cassa di previdenza.
I numeri della cassa, evidentemente, piangono e con la “chiusura” ai comunicatori le prospettive per la futuribilità dell’ente si assottigliano. Così il presidente del Cnog Carlo Verna, in rappresentanza dei giornalisti italiani, ha deciso di chiamare in causa direttamente il Presidente della Repubblica.
E lo ha fatto in un accoratissimo appello rivolto al “supremo garante della Costituzione” affinché “intervenga nella drammatica situazione che si è determinata a causa della forte contrazione di contratti di lavoro giornalistico registrata negli ultimi anni, anche a seguito delle trasformazioni tecnologiche, che si è inevitabilmente ripercossa sull’Inpgi”.
Verna ha spiegato: “Alla precarietà e alla diffusa elusione di equi compensi si aggiunge la preoccupazione di chi ha versato contributi obbligatori per legge sotto la vigilanza dello Stato e ora rischia incolpevolmente di veder sostanziosamente affievoliti i propri diritti previdenziali, dopo aver assicurato per lunghi anni la concretizzazione del diritto dei cittadini ad essere informati di cui all’art . 21 della Costituzione”.
Una situazione che sarebbe davvero intollerabile. Verna ha dunque concluso: “Il Cnog mette nella mani sensibili al tema del capo dello Stato la necessità improcrastinabile di una garanzia pubblica anche a tutela dell’autonomia di una categoria vitale come l’ossigeno per la democrazia”.
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