Il comitato di redazione del Giornale dell’Umbria, «anche a nome del personale giornalistico e poligrafico» annuncia altre due giornate di sciopero nelle giornate di oggi e del prossimo primo gennaio, «a causa del permanere di una difficilissima situazione economico-finanziaria, gestionale e organizzativa della testata, con tutto quello che ne consegue rispetto a carichi di lavoro eccessivi a scapito della qualità», spiega una nota, a firma dello stesso Cdr e del personale poligrafico, nella quale si esprime «grande preoccupazione per l’estrema incertezza circa le sorti del giornale e dei suoi dipendenti». Il Cdr ricorda che «gli stipendi di novembre e le tredicesime sono stati pagati in ritardo senza alcuna comunicazione da parte dell’azienda. Unica giustificazione fornita dall’azienda riguarda il ritardo nel versamento del contributo statale all’editoria; contributo al quale il nuovo editore ha prontamente, ed inspiegabilmente, rinunciato appena preso possesso della testata ad agosto. Nessuna certezza è stata fornita sulla corresponsione degli stipendi di dicembre». «Da quanto affermato in una intervista dall’editore stesso – prosegue la nota, a firma dello stesso Cdr e del personale poligrafico – a partire da gennaio per il Giornale dell’Umbria si apre lo scenario del licenziamento di 12 giornalisti (al momento in regime di contratto di solidarietà per contenere cinque esuberi) e di buona parte del personale poligrafico. Per quanto potuto appurare, al momento, non ci sono state adesioni alla ricapitalizzazione da 10 milioni di euro da parte di imprenditori e finanziatori, quindi l’azienda, informalmente, ha iniziato a discutere della possibilità di liquidare la società editrice Geu1819 al termine del fundraising, il 14 gennaio del 2016». Il Cdr ricorda, fra l’altro, come «sin dal mese di settembre abbia contestato scelte editoriali che hanno portato alla diminuzione delle copie vendute in edicola del quotidiano, unica fonte certa di entrate, e alla dispendiosa produzione di periodici con un rapporto costi-ricavi assolutamente insostenibile per qualsiasi azienda editoriale». Precisa inoltre che «ormai da mesi, che non è mai stato presentato un piano editoriale».