Momento cruciale per la vicenda dell’Unità: i liquidatori della vecchia società non hanno infatti ritenuto congrue le manifestazioni d’interesse alla testata. Sono state quindi chieste integrazioni ed i termini sono stati riaperti. Grande la preoccupazione secondo Giovanni Rossi, presidente della Federazione nazionale della stampa, perché “la questione principale che pone il sindacato e cioè che, quale che sia la soluzione che verrà data alla necessità di riportare lo storico quotidiano della sinistra in edicola, i livelli occupazionali siano i più ampi possibili, non ha ancora risposta”. Il presidente della Fnsi dichiara di seguire con attenzione l’evoluzione della vicenda e dichiara il suo appoggio al Comitato di redazione nelle iniziative che sta intraprendendo. “È necessario – sottolinea Rossi – ancora una volta, che tutti i soggetti in causa facciano fino in fondo la loro parte, a cominciare dal Partito democratico che è il riferimento storico-politico dell’Unità”.
Garanzie per il futuro e per i dipendenti
Il Sindacato dei giornalisti mantiene la disponibilità a discutere con ogni interlocutore ribadendo i due elementi essenziali che rivendica fin dall’inizio di questa vicenda: un piano industriale-editoriale credibile che garantisca vita futura alla testata (una volta tornata in edicola) e adeguate garanzie occupazionali a coloro che, finora, hanno lavorato al giornale e ne hanno garantito la vita e la continuità fino alla sospensione delle pubblicazioni, in condizioni di difficoltà assai rilevanti ed avendo ormai cumulato crediti da vantare nei confronti della società in liquidazione. C’è, infatti, il rischio concreto di “disperdere un patrimonio di professionalità che, anzi, va valorizzato nella nuova esperienza che auspichiamo si avvii nei tempi più brevi possibili”, dice ancora Rossi.
Cdr: Pd rafforzi l’offerta
Il Comitato di redazione, dal canto suo, chiede al Partito democratico di alzare l’offerta fatta pervenire tramite la fondazione Eyu con l’editore Guido Veneziani. I giornalisti hanno chiesto l’apertura di un tavolo per le trattative e l’utilizzo prioritario di redattori in casa integrazione. “Per tornare in edicola – sottolinea il cdr in una nota – serve un’offerta solida, che i giornalisti de l’Unità aspettano da quasi quattro mesi e che ancora non è stata definita. Avevamo accolto con soddisfazione l’offerta presentata dall’editore Guido Veneziani assieme alla Fondazione Eyu del Pd. L’offerta tuttavia è stata giudicata dai liquidatori non adeguata in alcuni suoi profili, e sono state chieste garanzie sull’impegno finanziario e sui tempi di pagamento, garanzie che dovranno arrivare entro il 30 novembre. In questo momento così importante i giornalisti chiedono al Partito Democratico un impegno formale a definire e rafforzare l’offerta nei suoi profili finanziari, passo necessario per evitare che i lavoratori siano addirittura chiamati a rinunciare a una parte dei loro crediti. Serve uno sforzo aggiuntivo in nome della tutela dei lavoratori: siamo convinti che il Pd non mancherà di sollecitarlo”.
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