Ecco il comunicato del Cdr:
L’assemblea dei redattori di Europa giudica irricevibili le comunicazioni della società editrice che, a seguito del recente Consiglio di amministrazione, ha disposto di avviare le azioni necessarie per la chiusura delle pubblicazioni della testata per la fine di settembre, qualora entro quella data non intervengano fattori nuovi in grado di rendere sostenibili i conti.
La data del 30 settembre, peraltro già indicata pubblicamente, è considerata dal Cda come il termine ultimo per trovare una soluzione che consenta il rilancio della testata, nonostante la società editrice Dlm Europa non sia gravata in alcun modo da debiti e, soprattutto, abbia attivato un regime di solidarietà conservativa per i giornalisti il cui numero si è già ridotto.
L’assemblea dei redattori di Europa ritiene inspiegabile la decisione di avviare le pratiche per la chiusura, non solo al netto della sostenibilità dei conti ancora in essere e dell’assenza di debiti pregressi gravanti sulla testata, ma anche a seguito delle rassicurazioni fornite pubblicamente da esponenti di vertice del Partito democratico che hanno espresso apprezzamento per la qualità del prodotto editoriale e per lo sviluppo online dove, nel corso del 2013 e nella prima parte del 2014, si è registrato un incremento del 300%.Un risultato tanto più importante perché in controtendenza rispetto ad altre realtà informative online.
Tuttavia, l’assemblea dei giornalisti esprime più di un timore perché, al di là dei riconoscimenti arrivati anche in sedi ufficiali, non si sia ancora dato seguito all’impegno espresso a più riprese di accompagnare finanziariamente Europa in un percorso di rilancio che consenta il proseguimento delle pubblicazioni. Tanto più che sono al vaglio progetti editoriali per consolidare una maggiore presenza della testata sul web, anche alla luce dei buoni risultati fin qui conseguiti che mostrano l’esistenza di una richiesta forte dei contenuti che Europa è in grado di offrire.
Per tutte queste ragioni, il Comitato di Redazione si batterà in tutte le sedi, politiche e sindacali, perché si garantisca l’uscita del giornale oltre il 30 settembre, condizione essenziale per assicurare il suo rilancio.
Il Cdr di Europa
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