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Crisi editoria. Ore decisive per il salvataggio dell’Unità

Oggi gli azionisti dell’Unità decideranno il destino del quotidiano fondato nel 1924 da Antonio Gramsci, decideranno in particolare se mantenere in vita o liquidare la casa editrice del giornale, la Nuova iniziativa editoriale (Nie). Per questo è stata convocata un’assemblea straordinaria dei soci (prevista in seconda convocazione per il 16 maggio). Sul tavolo ci sono due alternative: la prima è investire nuovamente nella Nie per garantirne la continuità aziendale, la seconda opzione è invece liquidarla e valutare se continuare a pubblicare l’Unità attraverso unanuova società. Secondo i dati più recenti, da inizio 2013 fino al 31 luglio scorso sono state accumulate perdite per 2,1 milioni di euro, che si vanno ad aggiungere a quelle degli esercizi precedenti, superiori a 10,5 milioni di euro. In tutto quasi 12,7 milioni. La possibilità che venga chiusa la casa editrice del quotidiano del Pd non è del resto così peregrina se, già il 7 maggio scorso, il sindacato interno dei giornalisti (cdr) ha descritto in un comunicato la Nie come “una società che sembra essere arrivata al suo capolinea”. Lo stesso sindacato nazionale Fnsi (Federazione nazionale stampa italiana) non solo ha confermato nella nota dell’8 maggio il timore per cui “l’assemblea dei soci potrebbe deciderne la liquidazione” ma ha fatto anche riferimento all’ipotesi di “eventuali nuovi assetti societari”. Nell’attesa prolungata di chiarimenti e di un nuovo piano industriale annunciato ma mai presentato, i poligrafici del quotidiano hanno protestato con uno sciopero lunedì 12 maggio dopo che la redazione di Luca Landò si aveva incrociato le braccia l’8 e il 9 maggio.  Si tratta di una ipotesi allarmante». Lo dice la Giunta esecutiva della Fnsi con la consulta delle associazioni stampa regionali. «Tuttavia – si aggiunge in una nota – qualsiasi sia la decisione dell’assemblea è necessario che tutte le pendenze economiche con il personale giornalistico (dipendenti e collaboratori) vengano saldate, anche mediante un piano di rientro frutto di un confronto tra le parti». Inoltre «occorre che si operi per mantenere la continuità produttiva del giornale al fine di preservare il valore del lavoro e della testata. Fondamentale è che negli eventuali nuovi assetti societari vengano tutelati gli attuali livelli occupazionali ferma restando la disponibilità del sindacato dei giornalisti a discutere degli interventi necessari per razionalizzare e ridurre i costi». Per la Fnsi «è tempo di decisioni e scelte capaci di dare prospettiva e futuro a questo giornale, cosa che non si può fare prescindendo dall’apporto dei giornalisti».

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