“Avevamo accolto con soddisfazione – scrive il Cdr della storica testata fondata da Antonio Gramsci – l’offerta presentata dall’editore Guido Veneziani assieme alla fondazione Eyu del Pd. L’offerta tuttavia è stata giudicata dai liquidatori non adeguata in alcuni suoi profili, e sono state chieste garanzie sull’impegno finanziario e sui tempi di pagamento, garanzie che dovranno arrivare entro la prossima settimana”. Sette giorni, insomma, per salvare il giornale e la sua redazione. “In questo momento così importante i giornalisti chiedono al Partito democratico un impegno formale a rafforzare l’offerta nei suoi profili finanziari, passo necessario per evitare che i lavoratori – già colpiti dalle gravi inadempienze dei soci e degli amministratori della società in liquidazione e dalla perdita del lavoro – siano addirittura chiamati a rinunciare a una parte dei loro crediti. Serve uno sforzo aggiuntivo in nome della tutela dei lavoratori: siamo convinti che il Pd non mancherà di sollecitarlo. In secondo luogo i giornalisti chiedono che l’Unità torni in edicola, restando ancorata al suo profilo di quotidiano di sinistra, e che si avvalga prioritariamente della professionalità delle redattrici e dei redattori oggi in Cig. Ci auguriamo che questi due impegni siano esplicitati nell’offerta attesa per fine mese. La nostra richiesta – incalza il Cdr – è rivolta innanzitutto al Pd, che ha deciso di scegliere Veneziani come partner dell’operazione, e allo stesso editore, a cui chiediamo l’apertura di un tavolo di trattativa”. Per queste ragioni, il Comitato di redazione ritiene urgente un incontro con i vertici del partito, da tenersi prima dell’iniziativa pubblica a sostegno del giornale programmata per giovedì 27 novembre.
“Ai liquidatori infine chiediamo che il loro impegno per salvare l’azienda e far tornare il giornale al più presto in edicola sia garantito pienamente fino all’ultimo giorno utile, assicurando sempre trasparenza e efficienza a ogni passaggio della procedura di liquidazione”.