Crisi editoria. Continua lo sciopero delle firme per i giornalisti dell’Unità

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La prima pagina di un numero dell'Unità con in evidenza il nome della testata

La prima pagina di un numero dell'Unità con in evidenza il nome della testata

Una nuova giornata di sciopero (la quarta nel mese) martedi’ 28 maggio, lo sciopero delle firme, gia’ in corso da 9 giorni, che continuera’ almeno fino al 5 giugno, giorno della nuova assemblea dei soci, e un nuovo evento entro fine mese “perche’ con maggio finisce il nostro contratto di solidarieta’ attuale e noi ci ritroveremo in mare aperto, l’azienda avra’ mano libera”. Sono fra le nuove iniziative di lotta, volte ad avere risposte certe sul futuro del giornale, annunciate dal cdr del quotidiano fondato da Antonio Gramsci nella conferenza stampa di oggi ‘L’Unita’ non si spegne’ alla Federazione Nazionale della Stampa Italiana. “A febbraio abbiamo festeggiato i nostri 90 anni, non vogliamo che il compleanno si trasformi in un funerale” ha sottolineato Bianca di Giovanni, membro del comitato di redazione, che ha anche ricordato insieme a Simone Collini e Umberto de Giovannangeli i fatti delle ultime settimane. “Ad aprile ci e’ arrivata la notizia di una possibile liquidazione della nostra societa’ editrice, la Nie, ma ci hanno detto che il giornale avrebbe probabilmente continuato la pubblicazione con un’altra societa’. Quando pero’ abbiamo chiesto chiarimenti non c’e’ stata risposta. Dal Pd ci dicono solo che si sta lavorando – ha spiegato -. Non abbiamo preso lo stipendio di aprile e non ci sono segnali per quello di maggio. Noi giornalisti con i poligrafici continuiamo comunque a lavorare per senso di responsabilita’. La decisione sul quotidiano, annunciata da tempo, e’ gia’ stata rimandata due volte e non capiamo perche’: temiamo che da una liquidazione concordata con i lavoratori si passi a qualcosa di ingestibile”. Da anni, ha aggiunto, “assistiamo a una dismissione sotterranea del giornale”. L’azienda “non e’ riuscita a mettere in atto nulla tranne i tagli. I collaboratori non vengono pagati da circa un anno, le cronache locali di Firenze e Bologna non escono piu’, i giornalisti hanno visto costantemente diminuire il loro stipendio”. Giornalisti e lavoratori chiedono “un piano di rilancio. Non ci siamo mai sottratti a sacrifici che sappiamo di dover fare”. Giovanni Rossi, presidente della Fnsi, chiede che “l’azienda si assuma le sue responsabilita’ senza ulteriori rinvii, che onori i suoi impegni, primo dei quali le spettanze di dipendenti e collaboratori, e presenti un progetto per il giornale. C’e’ anche l’urgenza di individuare gli strumenti per intervenire. Il tutto deve avvenire senza passaggi traumatici nella gestione del personale, con iniziative unilaterali. Se non sara’ seguita questa linea si andra’ a uno scontro”. Per Paolo Butturini, segretario dell’Associazione Stampa Romana, “quella dell’Unita’ dovrebbe diventare una vertenza nazionale. Attraverso la richiesta di finanziamenti pubblici mirati, dovrebbe diventare una battaglia per il pluralismo, per salvare l’informazione democratica in questo paese. C’e’ poi una responsabilita’ del Partito democratico, dato che la storia del giornale sta dentro il partito. Bisogna avere il coraggio di dire se questa storia la vogliamo salvare o no. Io ancora non l’ho sentito, voglio una posizione ufficiale”. Una risposta a distanza arriva da Stefano Fassina (Pd) che ha assistito alla conferenza stampa dalla platea: “Credo che per il Pd sia fondamentale il rilancio dell’Unita’: non e’ solo una parte della nostra storia, ma anche il lievito per una comunita’ democratica, critica e libera in un panorama mediatico che ne ha necessita'”. Intanto l’Unita’, “che sta raccogliendo adesioni e consensi alla sua battaglia anche sui social network (su twitter l’hashtag e’ #iostoconlunita’), ha in programma nuove iniziative per il rilancio: il 3 giugno uscira’ un supplemento di 96 pagine su Enrico Berlinguer e l’11 giugno il libro In auto con Berlinguer, scritto dall’autista del leader del Pci.

Vedi approfondimenti:

http://www.editoria.tv/editoria/crisi-editoria-lunita-rischio-liquidazione-2/

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