La crisi colpisce e non fa sconti. Neppure in via Solferino. Così nella redazione del Corriere della Sera, il principale quotidiano italiano per diffusione circola con sempre maggiore insistenza lo spettro cassa integrazione. Un’opzione alla quale la Rcs Mediagroup dovrà ricorrere per poter ottenere dal ministero lo stato di crisi con il quale avviare il processo di ristrutturazione e tagli interni che, in base agli accordi già firmati, prevede l’uscita di oltre 70 giornalisti (37 in uno primo momento e altre 35 in una seconda fase) nell’arco dei prossimi quattro anni.
La soluzione tecnica che potrebbe essere adottata dall’azienda editoriale è quella della cassa integrazione a rotazione (1 giorno a testa) per tutti gli oltre 300 giornalisti del quotidiano milanese. Anche se, a onor del vero, va detto che sarebbe spalmata su uno o due anni, quindi in pratica non ci sarebbero impatti considerevoli sull’impianto del giornale. “E’ una novità che abbiamo appresto questa mattina”, dicono fonti interne di via Solferino. “Ma è un fatto meramente tecnico per poter ottenere lo stato di crisi a livello aziendale”. L’opportunità di ricorrere alla cigs sarebbe emersa dopo una serie di riunioni (tenutesi il 27 giugno e il 17 luglio) a Roma, in ambito sindacale-nazionale.