Continua il braccio di ferro tra i giornalisti e la società editrice de Il Giornale. Dopo l’ultima assemblea è arrivata la decisione di incrementare da due a cinque i giorni di sciopero da affidare al comitato di redazione a cui, del resto, è stata confermata l’opposizione all’attuale proposta avanzata dall’editore.
In una nota, si legge il resoconto degli ultimi avvenimenti a Milano: “L’assemblea dei giornalisti del Giornale prende atto con profondo sconcerto che l’azienda, nel corso dell’ultimo incontro con il Comitato di redazione, ha riconfermato la volontà di tagliare del 30% le retribuzioni del personale nell’ambito della procedura di “solidarietà” che dovrebbe contribuire a far uscire il Giornale dalla crisi nella quale si trova. E ribadisce che la proposta è irricevibile sia per l’entità del sacrificio economico richiesto ai dipendenti e sia per gli effetti estremamente negativi che l’impiego di una forza lavoro ridotta ogni giorno del 30% avrebbe sulla qualità del quotidiano che i lettori trovano in edicola”.
E non basta. Il comunicato prosegue: “Proposta tanto meno accettabile in quanto il management che ha gestito l’azienda negli ultimi anni non ha assunto impegni concreti né sulle misure che, dirette a contenere i costi, riducano il contributo richiesto ai dipendenti né sulle iniziative – prima fra tutte una maggiore integrazione fra la redazione del Giornale cartaceo e quella del Giornale online – dirette a un rilancio della testata che si dimostra sempre più urgente e che richiede, come è evidente, un cambio di strategia rispetto al passato”.
Quindi l’appello: “In questa situazione estremamente difficile, i giornalisti del Giornale confidano che il direttore Alessandro Sallusti si attivi nell’ambito del suo ruolo per la salvaguardia della testata, del suo prodotto e della sua redazione. In vista della trattativa che sta per aprirsi con la Fieg e la Fnsi sulla procedura della “solidarietà”, l’assemblea dei giornalisti del Giornale ha deciso all’unanimità di portare da due a cinque i giorni di sciopero che il Comitato di redazione può proclamare quando riterrà più opportuno”.
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