“Occorre individuare tutti quegli strumenti per verificare come il prodotto editoriale realizzato abbia una sua efficacia”. Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega per l’editoria, Vito Crimi, in un’intervista a “La Voce del Popolo”, il settimanale della diocesi di Brescia. “Non si tratta più di limitarsi ad erogare fondi alle aziende editoriali”, sottolinea Crimi. A suo avviso, la domanda da porsi è “se un giornale distribuito a livello locale viene preso e gettato subito nel cestino o se veramente viene percepito come significativo strumento di informazione per il territorio”. “Oggi questa differenza non interessa, eppure è di capitale importanza. Quello che ancora devo capire e mettere a punto è il modo in cui si possa arrivare a questo tipo di verifica”. Un finanziamento, a suo avviso, dovrebbe essere erogato, in particolare, per il “sostegno dell’avvio di prodotti editoriali digitali”. “In questo caso – spiega – il sostegno potrebbe essere anche totale e coprire un certo numero di anni, a patto che il progetto presentato garantisca allo stesso di riuscire a camminare, dopo un certo periodo di tempo, con le proprie gambe, così da ridurre progressivamente la presenza dello Stato”. Dalle parole del sottosegretario emerge la volontà del governo di “continuare a investire sul digitale, anche con incentivi”, in particolare su start-up, perché “la stampa italiana possa cogliere occasioni che vanno facendosi sempre più ristrette”.
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