Stati Generali dell’Editoria, Vito Crimi non si arrende: “Negli ultimi 15 anni versati quattro miliardi agli editori con la scusa del pluralismo, il sistema è fallito”.
In una nota pubblicata su Facebook insieme a un video, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri con delega all’Editoria ha scritto: “In queste settimane stiamo facendo una cosa straordinaria. Si chiamano “Stati Generali dell’Informazione e dell’Editoria” e in tanti li avevano annunciati senza mai realizzarli. Con questa iniziativa diamo voce a tutti gli operatori e le categorie di settore, dagli edicolanti di quartiere ai direttori dei telegiornali più blasonati. Vogliamo che tutti gli attori della filiera contribuiscano con le proprie idee e proposte a quella riforma organica e strutturale che il settore attende da tempo”.
Le accuse non tardano a giungere: “Negli ultimi 15 anni lo Stato ha versato contributi pubblici per oltre 4 miliardi di euro ai soli editori, con la scusa del “pluralismo” dell’informazione. Il fallimento del sistema è sotto gli occhi di tutti. Quei soldi sono stati impiegati per sanare bilanci anziché innovare, formare e informare. Oggi ci sono aziende che chiudono, giornalisti sfruttati e sottopagati, informazione e prodotti editoriali di pessima qualità e lettori in fuga. Occorre un cambio di paradigma, di prospettiva. Il centro dell’editoria non deve più essere una sola categoria, bensì i lettori, i cittadini e la qualità dell’informazione che possono ricevere”.
Quindi il resoconto delle attività svolte finora e di quelle che saranno: “Negli incontri realizzati fino ad oggi abbiamo ascoltato agenzie di stampa, edicolanti, nuovi professionisti (foto- e video-giornalisti, social media manager), direttori di telegiornali, radio e tv, centri per la raccolta pubblicitaria, poligrafici, enti istituzionali come Agcom e Corecom, editori. Prossimamente incontreremo i direttori dei giornali, poi la stampa online e i giornalisti. E il prossimo ottobre si terrà l’evento conclusivo a Torino, con due giorni di incontri, dibattiti e tavoli di lavoro sui temi più diversi ed attuali, durante i quali presenteremo le nostre proposte di legge”.
Infine la promessa: “Il Governo c’è e con gli Stati Generali dell’Editoria lavora senza sosta per ridare un futuro ad un settore industriale cruciale come l’editoria. Un’editoria che finalmente metta al centro la dignità dei lavoratori, di tutti i lavoratori, e il sacrosanto diritto dei cittadini ad avere un’informazione di qualità”.
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