Possiamo dirlo senza acrimonia: se ci è arrivato anche Vito Crimi, fierissimo avversario dell’editoria e dei giornali in particolare, capo politico di una forza che sul web è nata e s’è cementata e che alla sottocultura digitale s’è ispirata sempre, forse siamo sulla strada giusta.
Sulla pirateria, Vito Crimi ha invocato un cambio di registro. Utilizzando le sue stesse parole: “Bisogna lavorare sulla percezione del reato di pirateria”. Cioé bisogna passare, senza dubbio, dal ritenerlo un fatto minore, quasi una marachella ispirata a un malinteso senso di libertà e di libera circolazione a vero e proprio reato. Perché non solo mortifica la professionalità e l’ingegno di chi a queste opere ha lavorato e lavora, negando loro riconoscimenti economici (base stessa del concetto di lavoro che non è hobby o passione da sfruttare come pure piacerebbe a tanti sedicenti imprenditori anche del ramo editoriale, ma questa è un’altra storia).
Crimi ha tentato anche una mediazione. Spesso la lamentela che oppongono i pirati (attivi o meramente fruitori) è che le opere originali costino troppo. Secondo il capo politico del M5s, solo allargando la base dei clienti “legali” potrà ottenersi il tanto sospirato calo dei prezzi. Del resto questa è una delle regole base dell’economia: i costi dovranno pur essere coperti, il lavoro retribuito e le fughe di entrate costringono all’impennata dei prezzi che, talora, giungono a malapena a coprire i costi.
Facendo seguito alla nostra circolare n. 25/2024 segnaliamo che con Decreto del Capo del Dipartimento…
Fumata bianca ad Askanews: l’assemblea dei giornalisti dà il via libera alla proposta di prepensionamenti.…
Facendo seguito alla nostra circolare n. 25/2024 segnaliamo che con Decreto del Capo del Dipartimento…
Le cose cambiano, tutto scorre direbbe Eraclito. Sono passati meno di cinque anni dal 2020,…
Le associazioni degli editori europee sono pronte a ingaggiare battaglia contro Google. Per il caso…
Google “spegne” la stampa europea. C’è un test, che fa da preludio a una precisa…