Covid, Assostampa: “Basta parlare di terrorismo mediatico”

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L’Assostampa friulana lancia la crociata contro chi parla di “terrorismo mediatico”. Un’espressione che, specialmente ai tempi del Covid, sta dilagando e pone all’indice il mondo dell’informazione con epiteti a dir poco infelici.

Così, prendendo a spunto alcune frasi pronunciate dal sindaco di Gorizia su questo tema, l’Assostampa di Friuli e Venezia Giulia ha rigettato al mittente le accuse: “C’è un’espressione molto forte, purtroppo diventata di uso comune negli ultimi mesi, ma che non dovrebbe mai essere usata: questa espressione è ‘terrorismo mediatico’. Perché il terrorismo è una tragedia che il nostro Paese ha già drammaticamente conosciuto e che altre parti del mondo ancora si trovano ad affrontare. Unire questa parola ai media, ai giornali, all’informazione non va mai fatto, è una negazione di quell’articolo 21 della Costituzione che è uno dei caposaldi del nostro vivere civile, anche in tempi drammatici di pandemia”.

Dunque la stigmatizzazione quando queste espressioni vengono pronunciate da esponenti delle istituzioni: “Parlare di terrorismo mediatico diventa ancor più grave – e inaccettabile – quando lo fa il sindaco di un’importante città. Stiamo parlando del sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, che ha usato nei giorni scorsi quel termine con l’accusa sottintesa che la stampa stia ingigantendo la questione della pandemia ben oltre la reale situazione”.

L’Assostampa ha ribadito che: “Il numero di contagi e di ospedalizzazioni è purtroppo nuovamente in forte crescita e impone una racconto attento e basato sui fatti dei rischi attuali e futuri per la vita e la salute di tutti noi. Cosa che i giornalisti fanno. Definirli addirittura ‘terroristi’, seppur con un’accezione larga e mediata del termine, non è solo inopportuno, ma persino offensivo e comunque pericoloso”.

Quindi l’appello: “Invitiamo dunque tutti, ma in particolare le figure istituzionali, a evitare l’utilizzo di questa espressione: non si deve creare confusione né soffiare sul fuoco della rabbia, in un momento così difficile per le nostre comunità e il nostro Paese”.

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