Solo pochi giorni fa l’annuncio del Sottosegretario con delega all’editoria Luca Lotti sull’abbassamento della tassazione ai dispacci di agenzie, periodici e giornali on line sembrava cosa fatta.
In tutt’altra direzione, invece, i lavori al Senato dove il provvedimento sembra sia del tutto fermo e chissà se e quando avverrà l’auspicata svolta.
Delusione e preoccupazione hanno accompagnato le ultime dichiarazioni del presidente Fieg, Maurizio Costa, che ha invitato il Governo a procedere senza dubbi o ripensamenti.
I tentennamenti del Senato sono stati motivati con la possibile procedura d’infrazione che l’UE potrebbe avviare a danno dell’Italia se la legge passasse.
Un rischio che secondo Costa non deve diventare un freno verso le nuove disposizioni che, sin dalle prime battute, il presidente ha salutato con favore elogiando il Governo per il lavoro svolto, sebbene dopo circa 1 anno di polemiche, proteste e vane attese.
A quanto pare dopo il via dato in sede parlamentare, il Senato intende temporeggiare e capire se l’UE ritenga più o meno conforme, con le sue direttive, la decisione dell’Italia sulla decurtazione dell’Iva a favore delle testate digitali.
Posizione, quella del Belpaese, condivisa anche da Francia, Germania e Polonia che attraverso i rispettivi ministri della cultura hanno apertamente appoggiato il segnale forte che Lotti aveva mostrato di voler inviare a Bruxelles.
Maurizio Costa si dice convinto che non solo l’Italia non deve temere in alcun modo eventuali provvedimenti disciplinari dell’UE ma che l’iniziativa italiana, anticipando un provvedimento simile già presente nei progetti del presidente Jean-Claude Juncker, sia destinata a sicuro successo.
Il presidente si auspica, quindi, un superamento delle perplessità espresse dal Senato in modo da non perdere l’occasione di rinnovare l’intero comparto editoriale, senza porsi limiti o condizionamenti.
Basterà l’incoraggiamento di Costa e di tutta la Fieg per evitare un clamoroso autogol del Governo?
Tutto il settore, editori in testa, spera proprio di sì ed invoca a gran voce l’approvazione della norma che oltre ad incentivare la lettura potrebbe finalmente rappresentare un punto di svolta anche per gli inserzionisti che, specie in questi ultimi anni, hanno investito sempre meno nei giornali determinando il crollo degli introiti legati all’advertising.
Un rilancio, quindi, che per gli editori ha una valenza doppia sia in termini occupazionali che di fidelizzazione di nuovi abbonati e del quale il Governo deve farsi carico assumendosi le sue responsabilità a livello nazionale e difendendo con coerenza le sue scelte a livello internazionale, Unione Europea compresa.
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