Editoria

“Così Big Tech minaccia la libertà d’opinione”

“Big Tech minaccia la libertà di opinione”. Una lunga intervista di Bari Weiss al fondatore di Paypal David Sacks riporta d’attualità la necessità di porre un freno allo strapotere dei colossi del web. Che, limitando sostanzialmente il mercato in cui godono di posizioni predominanti, finiscono per limitare (e non poco) la libertà d’espressione sulla rete. L’intervista è apparsa sullo spazio Substack della Weiss stessa.

Un bel guaio per il “mito” di internet così come s’era imposto negli anni Duemila. Dell’immagine della baia di pirati che lottano contro lo strapotere delle multinazionali che limitano i mercati e desertificano la concorrenza, sono rimasti solo i pirati. Che continuano a fare danni, non (solo) alle grandi aziende ma soprattutto ai piccoli editori. Che, prima o poi, finiranno per dover chiudere baracca e burattini. A tutto guadagno dei protagonisti di Big Tech, attraverso cui passerà praticamente tutto.

David Sacks ha ripercorso il caso del New York Post. Cioé quello relativo alle mail di Hunter Biden, figlio dell’attuale presidente degli Stati Uniti, che in campagna elettorale è stato contrassegnato come fake news dalle major del web. Salvo poi scoprire che era tutto vero. E scoprirlo adesso, che è in corso una guerra drammatica tra Russia e Ucraina. Lo strapotere delle major ha direttamente impattato sulla libertà d’opinione e di informazione. Il guaio sa di contrappasso e di infallibilità fallita: la fake news era bollare quello scoop come una bufala.

Sacks ha poi ricordato l’ipocrisia delle stesse major digitali di Big Tech. Che, per difendersi dalle accuse di aver sostanzialmente monopolizzato il mercato, hanno sempre affermato che il web è uno spazio aperto. Ma poi, quando s’è pensato di creare nuovi social questi sono finiti miseramente. Come Parler, il progetto dei conservatori americani. Che ha innescato un sostanziale boicottaggio che ha portato alla fine sostanziale del progetto.

Insomma, il digitale resta una prateria ma se vent’anni fa era una terra selvaggia dove chiunque avrebbe potuto arricchirsi, come nel Far West, adesso siamo giunti all’epoca dei trust e dei “padroni del vapore”. Lo scatto dei governi e della politica deve essere netto e coraggioso. Come è accaduto più di un secolo fa, gli Stati Uniti in prima battuta devono ritrovare l’orgoglio di rimettere le libertà e i diritti costituzionali davanti agli inarrestabili convogli finanziari e digitali. Un appello che alla Casa Bianca è già giunto ormai da mesi.

Luca Esposito

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