La Corte dei Conti vigila sui bilanci dell’Agcom

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 La Corte dei Conti ha effettuato un attento esame dei bilanci Agcom relativi agli esercizi 2009-2012. I magistrati contabili puntano il dito sull’inefficienza del servizio di controllo interno, che priva l’Agcom di importanti fattori come la verifica di realizzazione degli obiettivi e i parametri per la valutazione delle performance individuali. Di contro la Commissione di Garanzia è fin troppo attiva  La Corte riconosce all’Autorità una politica orientata alla spending review, attuata attraverso la diminuzione degli spazi locati e la concentrazione della funzione amministrativa in sede unica. Di verso opposto è il mantenimento della sede a Napoli, che però potrebbe essere vantaggioso in termini di occupazione.  Ma è proprio sul personale che i giudici chiedono un maggiore risparmio, evidenziando un incremento annuale delle spese per l’organico. E’ evidente che la Corte non approvi perciò la mancata chiusura della sede napoletana.   I magistrati chiedono anche più attenti controlli sul sistema di contribuzione. Oggi le entrate dell’Autorità derivano quasi interamente dal 2 per mille dovuto dagli operatori del settore.  Numeri variabili, che possono generare controversie a livello finanziario.  Inoltre viene richiesta una precisazione delle competenze dell’Autorità, alla luce di recenti contrasti con altri soggetti indipendenti. Ma  su questo punto il presidente Cardani non intende fare concessioni, come dimostrato dalla richiesta di ampliamento delle funzionalità attribuite all’Agcom.  Un esame più analitico rivela un ingente aumento delle spese nel 2010, dovuto principalmente al prestito forzoso corrisposto alle autorità indipendenti in dissesto finanziario, ma anche al trasferimento previdenziale dall’Inps all’Inpdap.  Dal 2011 l’Agcom è invece riuscita ad attuare il contenimento di spesa richiesto dal legislatore.

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