La sezione giurisdizionale d’appello della Corte dei conti ha assolto il presidente della Regione, Raffaele Lombardo, il predecessore Salvatore Cuffaro e l’ex dirigente dell’ufficio legislativo e legale della Regione, Francesco Castaldi, dall’accusa di aver assunto illegittimamente 20 giornalisti all’ufficio stampa della Presidenza tra il 2005 e il 2006. La Procura aveva calcolato un danno all’erario di circa 5 milioni e 300 mila euro, di cui oltre la metà solo per Cuffaro. La Corte, secondo quanto pubblica oggi il Giornale di Sicilia, ha aderito alla tesi degli avvocati difensori secondo i quali il rapporto dei giornalisti con la Presidenza della Regione fosse temporaneo e avesse un carattere “fiduciario”.
«La Procura della Corte dei conti dopo la sonora bocciatura subita nel giudizio di primo grado, ha dovuto ora subire la seconda sconfitta processuale anche in sede di appello sulla vicenda dell’ufficio stampa della Presidenza della Regione Siciliana». Lo affermano in una nota l’Associazione Siciliana della Stampa e la Fnsi commentando l’assoluzione del presidente della Regione, Raffaele Lombardo, il predecessore Salvatore Cuffaro e l’ex dirigente dell’ufficio legislativo e legale della Regione, Francesco Castaldi, dall’accusa di aver assunto illegittimamente 20 giornalisti all’ufficio stampa della Presidenza tra il 2005 e il 2006.
«Pure i giudici di secondo grado, ribadendo i motivi dell’assoluzione del governatore Lombardo e del suo predecessore Cuffaro – continua la nota – hanno respinto in toto le tesi sostenute dall’accusa. Applicare il contratto nazionale di lavoro e le relative qualifiche professionali ai giornalisti degli uffici stampa delle pubbliche amministrazioni, come da tempo sostiene il sindacato, è legittimo, anche se i giornalisti sono esterni all’amministrazione e il rapporto è di natura strettamente fiduciaria». «Al contempo, questa ennesima sentenza favorevole all’applicazione del contratto nazionale di lavoro giornalistico – concludono Assostampa e Fnsi – ribadisce l’indifferibile necessità che il governo e l’Assemblea regionale intervengano con urgenza per chiarire in modo inequivoco il quadro normativo, in modo da dare certezze sia ai giornalisti dipendenti degli uffici stampa sia ai dipendenti e ai funzionari degli Enti locali, rimuovendo definitivamente rischio di pericolose e talvolta fantasiose interpretazioni di singoli uffici o funzionari o, peggio, di azioni giudiziarie».
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