Aeranti-Corallo, associazione delle tv locali ha chiesto al governo di cancellare le norme della legge di stabilità 2011 che sottraggono nove frequenze sulle 56 esistenti (e quindi circa 1/6) alle tv locali, destinando le stesse ai servizi di diffusione mobile in banda larga cui verranno assegnate sulla base di un’asta. Riduzione che va a carico delle sole tv locale con indennizzi irrisori. Ma è molto difficile che la richiesta venga accolta visto che la manovra ha già avuto il via libera dal Senato e alla Camera il voto finale è previsto per le 19 di oggi.
L’Associazione, in un comunicato stampa, evidenzia che la nuova finanziaria pone la riduzione degli spazi frequenziali a carico esclusivamente del settore televisivo locale.
«Inoltre – si legge nel comunicato – mentre alle tv locali vengono tolte nove frequenze, allo stesso tempo, attraverso un beauty contest, cioè una gara senza oneri, stanno per essere assegnate ulteriori sei frequenze alle trasmissioni televisive nazionali. Alcune di tali frequenze, peraltro, potrebbero essere assegnate a tv nazionali già titolari di altri multiplex di diffusione. In questo modo il sistema duopolistico della tv analogica terrestre verrà sostanzialmente perpetuato nei nuovi scenari digitali».
Marco Rossignoli, coordinatore Aeranti-Corallo ritiene «che debbano essere completamente cancellate le inaccettabili norme che sottraggono frequenze all’emittenza locale relegando la stessa ad un ruolo assolutamente marginale del sistema televisivo. Occorre che il Governo comprenda l’importante ruolo che hanno le emittenti locali nell’informazione sul territorio, nonché come volano dei consumi. Senza la pubblicità delle emittenti locali le piccole e medie imprese, infatti, non riescono a far conoscere i propri prodotti e servizi con ogni evidente conseguenza sul fronte dei consumi». «Occorre – ha aggiunto Rossignoli – garantire il pluralismo informativo sul territorio e l’occupazione lavorativa nel comparto, ritornando alle modalità originarie della transizione al digitale e garantendo quindi a tutte le tv locali di passare al digitale a parità di condizioni.
Se il Governo non accoglierà le nostre istanze – ha concluso Rossignoli – è molto probabile che la transizione al digitale, a causa delle nuove procedure, subisca rilevanti ritardi con gravi disagi per le imprese e per il pubblico degli utenti».
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