Non è attesa in tempi brevissimi la nomina del successore di Carlo Malinconico, dopo le dimissioni del sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria per la vicenda delle vacanze “pagate a sua insaputa”. E’ quanto si sottolinea da più parti in ambiti governativi.
Tempo che torna utile per alimentare le ipotesi su questo o quel nome. Di certo si tratta di una poltrona “calda”, visto che da lì passa la questione scottante dei contributi pubblici all’editoria, fondamentali per la sopravvivenza di molte testate: in ballo c’è il futuro di una trentina di giornali cartacei, destinati a seguire le sorti di Liberazione, già scomparsa dalle edicole.
Poco rassicurante per queste ultime sarebbe l’ipotesi, tutt’altro che remota, di un interim dello stesso premier Mario Monti, che porterebbe avanti la linea dei tagli già impostata da Malinconico. Che, poco meno di un mese fa, aveva annunciato che nel 2012 il governo avrebbe incentivato il passaggio in Rete delle piccole testate imponendo un limite minimo di copie cartacee vendute e distribuite: chi non fosse stato in grado di raggiungerlo avrebbe dovuto continuare le pubblicazioni solo su internet “per abbattere i costi senza sacrificare giornalisti e lettori”. L’ipotesi era quella di dirottare una parte dei contributi per sostenere l’occupazione nelle testate online in attesa del consolidamento del business editioriale online.
Chissà cosa penserebbe di questa impostazione “internettiana” uno dei pricipali candidati per la poltrona lasciata da Malinconico: Paolo Peluffo, attuale sottosegretario alla presidenza del Consoglio per la comunicazione, giornalista e già consigliere per la Stampa e l’Informazione del presidente della Repubblica. Di certo, nel mondo web la nomina di Peluffo come referente del governo Monti per l’Agenda Digitale non è stata accolta con troppo entusiasmo, vista la scarsa competenza che viene attribuita sulla materia all’ex enfant prodige della comunicazione politica.
Più vicino alle questioni della multimedialità sembra essere Sebastiano Sortino, altro candidato per il dopo-Malinconico che, nel suo attuale incarico di commissario dell’Agcom, si è occupato fra l’altro proprio dell’analisi delle innovazioni tecnologiche nel settore editoriale.
Altro nome sulla scrivania di Monti è quello di Antonio Catricalà, altro sottosegretario e già presidente dell’Antitrust, che tuttavia sembra godere di minori chance: giurista e profondo conoscitore delle problematiche della concorrenza e del mercato, non ha particolari skill in ambito editoriale.