“L’ultimo caso (clicca qui per approfondire), eclatante, di una lunga serie di annunci “mortuari” mentre si rincorrono, soprattutto sui social media, dichiarazioni roboanti sull’imminente riforma dell’editoria. Ogni volta che viene meno la voce di una testata giornalistica, l’intero paese perde una porzione del pluralismo alla base della democrazia”, prosegue Apuzzo.
“E’ finito il tempo dei proclami, soprattutto se non nelle sedi idonee: ora, non tra anni, bisogna capire come si supera strutturalmente la crisi del settore dell’editoria che evidentemente non è congiunturale; a ciò si aggiunge la necessità di capire come dovrà essere accompagnata la trasformazione in corso e come tutelare l’occupazione. Non possiamo pensare che tutto si risolva negli enormi sacrifici richiesti a giornalisti e poligrafici”.
“Tutti temi, questi, – conclude Apuzzo – che avremmo voluto affrontare con il Governo che appare sfuggente sulla reale consistenza della riforma e nei fatti indifferente a tali notizie che significano, nell’immediato, la perdita di centinaia di posti di lavoro e, in prospettiva, l’appiattimento e l’omologazione di idee ed informazione”, conclude la segretaria nazionale di Slc Cgil.
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