Oggi in edicola non troveremo il Corriere di Bologna e La Città di Salerno , ma questa volta gli scioperi proclamati dai giornalisti non hanno nulla a che fare con l’epidemia di lettori dei quotidiani. Il nodo sono i licenziamenti…ma andiamo per ordine.
In una nota, i giornalisti del Corriere di Bologna, “hanno appreso che Rcs ha annullato l’incontro in programma il prossimo 8 novembre. L’assemblea ha ritenuto ritorsiva la scelta dell’azienda, a fronte di una richiesta di anticipare l’incontro entro il 31 ottobre, giorno in cui scadranno i contratti a termine dei quali si discute la stabilizzazione. “Questa redazione esprime ancora una volta la propria preoccupazione per l’instabilità diffusa e le grandi difficoltà nelle quali i giornalisti si trovano a lavorare, in un contesto di mancate risposte. L’assemblea”, si legge in conclusione, “conferma che continuerà ad attuare tutte le azioni possibili per difendere i posti di lavoro”.
Riguardo invece la Città di Salerno, la decisione è arrivata dopo una consultazione sindacale per discutere dello stato di crisi e di eventuali ammortizzatori sociali. «Durante il confronto, alla presenza di Sugc e Fnsi – spiega il sindacato regionale – è emerso che la proprietà della società è cambiata da mesi e i nuovi assetti societari non sono stati tempestivamente comunicati al sindacato così come prevede il contratto di lavoro. Grave e preoccupante la condotta antisindacale dell’azienda che è stata invitata più volte alla chiarezza e alla trasparenza».
Ecco di seguito il comunicato dell’assemblea dei redattori.
L’assemblea dei redattori de “la Città”, riunitasi in data odierna, ha deciso di proclamare ad horas una giornata di sciopero dopo avere scoperto autonomamente che la testata è stata ceduta dalla Edizioni Salernitane srl a un’altra società di proprietà “schermata”. Quest’ultima ha, poi, dato in fitto la stessa testata sempre alla Edizioni Salernitane srl, che nel frattempo ha cambiato composizione societaria. Pertanto il giornale non sarà in edicola domani, venerdì 27 ottobre.
Tutto ciò è avvenuto senza che fosse data dall’azienda alcuna comunicazione, così come previsto dalla legge, al comitato di redazione e ai dipendenti, nemmeno in concomitanza con la richiesta di ricorrere ad ammortizzatori sociali.
L’assemblea ha anche proclamato lo stato di agitazione e affidato al Cdr un pacchetto di cinque giorni sciopero.
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