Anche la Federazione nazionale della Stampa italiana si schiera al fianco dei giornalisti del Corriere della Sera che sono in stato di agitazione. “Dopo due giorni di sciopero ed esprime loro vicinanza e solidarietà, tenendo conto che tante e tanti guadagnano cifre considerevolmente più basse della media retributiva del giornale che l’editore Urbano Cairo ha, con poca eleganza, indicato nella risposta all’assemblea dei giornalisti. A questo si aggiungono carichi di lavoro sempre più pesanti e minori prospettive di carriera”. Tuonano dal sindacato dei giornalisti. La Fnsi attacca. “In un momento storico così difficile le relazioni sindacali si sono vieppiù complicate, non solo al Corriere: Cairo deve rispettare le rappresentanze sindacali e l’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti senza entrare nel merito delle relative dinamiche interne. Solo nell’osservanza dei rispettivi ruoli, si potrà riprendere al più presto un confronto teso all’inclusione e alla tutela di tutti”.
Secondo la Fnsi: “L’ editoria attraversa da anni la sua crisi più grave e la Federazione si aspetta un rilancio e uno slancio da parte degli editori, in particolare da quello del primo quotidiano italiano che deve avere più attenzione per le sue giornaliste e per i suoi giornalisti. Rilancio e slancio che devono ripartire dalla qualità dell’informazione e del fare giornalismo espressi dal Corriere della Sera i cui giornalisti vanno remunerati nel modo corretto, a partire dai collaboratori, così come avviene nelle grandi media company del mondo occidentale a cui il Corriere, a detta dello stesso editore, si pregia di appartenere. Da inizio anno le edizioni locali sono entrate nella società del Corriere, diventandone parte integrante: la nuova declinazione territoriale in diverse regioni italiane è una ricchezza che va valorizzata anche nello scambio professionale fra colleghe e colleghi che hanno provenienza ed esperienza diverse. E chi ha fatto la storia del Corriere ha molto da insegnare ai giovani che potranno essere le firme di domani”.
Per il sindacato, “l’ingerenza dell’editore si misura col metro della vicinanza o lontananza fisica dalla redazione, ancorché simbolica, e soprattutto dalla sempre maggiore interferenza del marketing e della gestione digitale delle notizie che caratterizzano tutta la stampa italiana, compromettendone credibilità e autorevolezza. L’autonomia e la libertà delle colleghe e dei colleghi del Corriere, e di tutti i giornalisti, parte dai no che ognuno sa e saprà dire nel rispetto sia della deontologia che delle lettrici e dei lettori”.
Infine la conclusione: “Il giornalismo italiano ha bisogno di nuove norme che tutelino oltre il diritto e dovere di cronaca anche la sopravvivenza economica delle imprese editoriali, così come sta avvenendo in tanti Paesi d’Europa. Siamo certi che la comunità del Corriere, con la sua autorevole voce, sarà al fianco della Fnsi nel chiedere a governo e Parlamento di legiferare in tal senso”.