I sacrifici e le sofferenze, economici e occupazionali, dei lavoratori della redazione di Bari non passano inosservati al segretario generale della Uil Puglia, Aldo Pugliese. Per mantenere un presidio informativo di qualità e sempre imparziale, rileva Pugliese, i dipendenti sono soggetti a “sacrifici dettati da una gestione editoriale che purtroppo ha dato dimostrazione di considerare la Puglia terra di periferia, invece di valorizzarla come dovuto. Un’informazione libera e presente sul territorio è alla base della democrazia: sradicare un’altra realtà giornalistica importante della Puglia significherebbe compiere l’ennesimo passo indietro”.
Giulio Colecchia, segretario generale interregionale di Puglia Basilicata della Cisl, fa eco a Pugliese e sottolinea la sua preoccupazione verso i “pesanti effetti sui salari dei redattori, ma anche dagli ulteriori sacrifici che la proprietà chiede ai giornalisti della redazione barese”. Riferendosi alla vertenza dei giornalisti della società del gruppo Rcs, Colecchia afferma che il Corriere del Mezzogiorno rappresenta da sempre un giornale che dà voce “alle istanze sociali di un’intera comunità descrivendo, con inchieste, approfondimenti politici, culturali, economici e di cronaca, il percorso di un territorio vitale dell’economia meridionale”. Per fare uscire il sud dalla crisi “è impensabile rinunciare alla professionalità espressa in questi anni dai giornalisti del Corriere del Mezzogiorno e alla loro capacità di toccare le corde più intime dei lettori sul necessario cambiamento del Paese”.
Anche industriali e costruttori edili del barese prendono una posizione netta al fianco dei redattori del Corriere. Confindustria e Ance di Bari scrivono in una nota di condividere con i giornalisti la preoccupazione per le sorti della redazione barese: “La presenza a Bari e in Puglia della prestigiosa testata del Corriere della Sera ha alimentato, in quest’ultimo decennio, un intelligente dibattito con le forze sociali e politiche locali, dando voce, attraverso un confronto leale e spesso critico, alle imprese e a tante altre realtà del territorio. Il Corriere del Mezzogiorno ha così dato un importante contributo alla crescita culturale e civile della nostra opinione pubblica, un progresso che Confindustria e l’Ance ritengono vada in ogni modo conservata e alimentata”. A preoccupare è il fatto che la pesante crisi che colpisce duramente il Corriere del Mezzogiorno, “è una crisi epocale, che investe molte testate nazionali, ma che sta compromettendo assai seriamente soprattutto le testate giornalistiche locali, sia della carta stampata, sia della televisione. Questa situazione sta mettendo una pesante ipoteca sulla possibilità di esprimersi e di farsi ascoltare dei territori regionali e in particolare del Mezzogiorno, da molto tempo assente nel dibattito politico nazionale”.
Il duro piano di contenimento dei costi per far fronte agli effetti della dilagante crisi dell’editoria nel nostro Paese non ha lasciato indifferenti istituzioni, sindacati e realtà imprenditoriali, oltre ai redattori. Finora ad esprimere soddisfazione verso il piano sembra essere solo Rcs.
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