Prosegue il viaggio di Editoria.tv nelle realtà giornalistiche italiane alle prese con la pandemia da coronavirus. Questa volta siamo andati nel Lazio e abbiamo parlato della situazione che sta evolvendosi insieme a Massimo Pizzuti, direttore generale di Editoriale Oggi che edita i quotidiani Ciociaria Oggi e Latina Oggi.
La pandemia e lo stato di crisi in Italia hanno mutato la quotidianità di tutti. Come è cambiato l’approccio dei giornali alla realtà territoriale di riferimento?
Il lungo periodo di lockdown ci ha spinto a fare un giornale completamente diverso. La foliazione, leggermente ridotta, è stata rivoluzionata. Con un’apertura di 10/16 pagine dedicata ad un’inserto Coronavirus al quale hanno lavorato ogni giorno redattori e collaboratori dei territori. Abbiamo ovviamente ridotto lo spazio per lo sport e la cultura riservando le consuete pagine ai diversi territori delle nostre province. Abbiamo dato un grande spazio alle opinioni che in questo periodo hanno costituito il valore aggiunto del nostro quotidiano nelle edizioni di Frosinone (Ciociaria Oggi) e Latina (Latina Oggi).
E’ cambiato anche il rapporto con i lettori?
Più che cambiato, direi intensificato. Abbiamo interazioni altissime sui nostri social dove veicoliamo le notizie dei nostri siti. E si sono intensificate con le tante iniziative che abbiamo preso con il cartaceo. Particolarmente apprezzato lo spazio (spesso anche in prima pagina) con le foto di bimbi e famiglie durante il lockdown. Ma abbiamo avuto significativi riscontri con la campagna “Noi ci siamo” con la quale il quotidiano ha invitato tutto il territorio a fare donazioni ai nostri ospedali (e abbiamo lanciato l’iniziativa con il versamento di 50mila euro da parte di Valter Lozza, l’azionista della nostra concessionaria) e un bel riscontro ha ottenuto anche l’iniziativa Gusto Ciociaro/Gusto Pontino nella quale abbiamo messo a disposizione gratuitamente delle pagine di pubblicità per tutti i ristoranti, le trattorie, le gelaterie che facevano servizi di consegna a domicilio o da asporto.
Cosa è cambiato nel lavoro materiale in redazione?
Abbiamo dato immediatamente a tutti, sin dai primissimi giorni della pandemia, la possibilità di lavorare da casa con l’utilizzo del nostro sistema editoriale. Particolarmente utilizzate, per le riunioni, le diverse piattaforme di videoconferenza con le quali la redazione è stata costantemente in contatto.
Ci saranno conseguenze a causa dell’emergenza coronavirus?
E’ ancora troppo presto per dirlo. Per quanto ci riguarda abbiamo accelerato un processo di trasformazione verso il digitale che avevamo in mente da tempo. Un progetto che prevede la copertura di tutta la regione con l’informazione on-line e la realizzazione di un blog di politica regionale-nazionale che andrà ad impreziosire le edizioni locali dei nostri siti. Il tutto verrà realizzato entro la metà di giugno.
Ha sentito la vicinanza delle istituzioni?
Di solito abbiamo un rapporto piuttosto intenso con le nostre istituzioni. Che non sempre, com è naturale può essere disteso. Ma in questa occasione abbiamo ricevuto un apprezzamento unanime per il lavoro che siamo riusciti a svolgere, per il servizio che abbiamo dato alle nostre comunità e per l’impegno che abbiamo profuso nel veicolare informazioni e avvisi alla cittadinanza.
Come se ne esce?
Credo che questo sia un momento di grande cambiamento. Innanzitutto dobbiamo capire bene effetti presenti e futuri di questa pandemia. Dopodiché dobbiamo con grande umiltà dedicarci a disegnare un nuovo modello di business per le nostre aziende. Cercando di motivare i dipendenti spiegando loro che tutta una serie di già precarie incertezze devono rapidamente essere rimesse in discussione. Un giornale locale come il nostro che ha nel “brand” la propria forza e un valore intrinseco anche nel fatto che può essere “toccato e sfogliato” ogni giorno deve mettere a sistema tutto questo per trasformarsi rapidamente in un “asset strategico” delle proprie comunità di riferimento. La nostra azienda editoriale dovrà essere percepita, per la storia, l’esperienza, la continuità, come uno di quei valori intangibili e da difendere per i cittadini che rappresenta ogni giorno e per tutto il sistema delle imprese e delle professioni che attraverso i nostri quotidiani hanno ogni giorno voce e rappresentanza presso le istituzioni e i grandi stakeholder nazionali ed internazionali. Ovviamente il tema riguardante la difesa delle cooperative editoriali no-profit con l’abolizione dei tagli al contributo pubblico è primario per tutto quel settore che rappresenta i veri editori “puri” del sistema italiano dell’informazione.
Ottimo intervento con tante verità…Le cooperative sono il futuro della stampa perché hanno un solo interesse: rispondere ai lettori, ecco perchè lo Stato deve intervenire con nuova linfa…
Giornali di provincia, cronache del territorio, fogli di quartiere, lì dove non può arrivare la grande stampa c’è la cooperative, i piccoli e liberi editori…. la democrazia, quella vera