“A quattro giorni dall’evacuazione delle redazioni del Corriere del Veneto e del Corriere di Verona a Padova, Verona e Treviso, l’elenco dei colleghi che presentano sintomi da contagio purtroppo si allunga. Questo si traduce in un’ulteriore riduzione dei giornalisti al lavoro in un contesto che, già prima dell’emergenza sanitaria, era ridotto”. Lo si legge in una nota dei giornalisti del Corriere del Veneto che lamentano ulteriori riduzioni e carichi di lavoro sempre più pesanti.
“Ci sembra dunque doveroso segnalare ai lettori i tanti colleghi che stanno continuando a lavorare volontariamente con molta fatica per mandare il giornale in edicola e le notizie sul nostro sito. Continuiamo a farlo perché in questo momento siamo convinti che il nostro ruolo professionale abbia un grande valore per l’intera comunità che ha bisogno di informazioni puntuali e verificate per prendere le adeguate misure di protezione e non farsi cogliere dall’allarmismo”, raccontano i giornalisti veneti che aggiunto: “Dopo gli scontri dei giorni scorsi la collaborazione con l’azienda è nettamente migliorata anche se restano da risolvere giorno per giorno diverse difficoltà sul fronte tecnico e informatico visto che ora tutti stiamo usando un vecchio sistema editoriale da remoto. La rete aziendale non era pronta a sostenere un carico di questo tipo, così come l’attrezzatura tecnologica della galassia Rcs non è adatta allo smart working che, al momento, di smart ha l’ingegnosità e il fai-da-te dei giornalisti”.
Quindi la richiesta alla dirigenza: “Ribadiamo che nella lunga lista di argomenti da affrontare con l’azienda del presidente Urbano Cairo, a emergenza conclusa, ci sarà sicuramente anche questo tema. Dobbiamo tutti fare tesoro di questa lezione: non possiamo permetterci in nessun modo di essere impreparati per il futuro. Ringraziamo di cuore, ancora una volta per l’enorme ondata di solidarietà e affetto da parte di lettori, colleghi di altre testate, esponenti politici, amici e conoscenti. Un grazie anche ai vertici nazionali e regionali della Federazione della stampa che si sono schierati in prima linea accanto a noi oggi e lo saranno anche domani quando verrà il momento del redde rationem”.
Marina Pisacane